Scuole di ogni ordine e grado chiuse, così come i negozi (ad eccezione di attività e servizi essenziali), stop ai centri commerciali: l’Abruzzo si prepara ad entrare in zona rossa. L’annuncio è arrivato dal vicepresidente della Regione Emanuele Imprudente. Il governatore abruzzese Marco Marsilio dovrebbe firmare oggi il provvedimento, l’Abruzzo dunque si aggiunge dopo pochi giorni sulla mappa delle zone rosse in cui ieri hanno ‘debuttato’ la Campania e la Toscana.
Le nuove misure sono state indicate dal Comitato tecnico scientifico regionale che si è riunito per valutare la situazione alla luce degli alti dati degli ultimi giorni e della crescente pressione negli ospedali. Le nuove restrizioni entreranno in vigore tra martedì e mercoledì e andranno avanti fino al 3 dicembre. Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, e gli assessori domani incontreranno le parti sociali, i sindacati, le categorie produttive e l’Anci per illustrare la situazione.
Intanto tra sabato e domenica in Italia nel bollettino dei contagi in Italia si sono aggiunti 33979 positivi, 546 vittime (che portano il numero dei decessi a 45229) e 116 ricoveri in terapia intensiva in 24 ore. Il totale delle persone in rianimazione è ora di 3.422 e i ricoveri nei reparti ordinari sono invece aumentati di 649 unità, portando il totale a 32.047. I tamponi, come ogni fine settimana, sono stati processati in minore quantità_ 195.275 tamponi, un numero inferiore di 30 mila unità rispetto a ieri. Alta l’attenzione sul rapporto tra positivi e test che continua a salire e raggiunge quota il 17,4%, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto a ieri.
Il virus continua a tenere in scacco l’Italia e il resto del mondo, quindi. E tra l’altro, secondo quanto ieri ha chiarito uno studio dell’Istituto tumori di Milano e dell’Università di Siena, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Tumori Journal’, circolava nel nostro Paese già da settembre dello scorso anno. Lo studio ha analizzato i campioni di 959 persone asintomatiche sottoposte a screening per rumore ai polmoni tra settembre 2019 e marzo 2020. Stando al report, l’11,6% aveva già gli anticorpi al Coronavirus, il 14% di questi già a settembre, il 30% nella seconda settimana di febbraio 2020 e il 53,2% in Lombardia. Una circolazione «molto precoce» del virus, ovvero mesi prima della scoperta del paziente 1 di Codogno, il 23 febbraio 2020.
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lunedì, 16 Novembre 2020 - 08:26
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