Pochi medici, ma anche pochissime bombole d’ossigeno. E così la solidarietà diventa nuovamente il comune denominatore di questa seconda ondata di emergenza sanitaria. In Campania la situazione è tesa: benché, numeri alla mano sul territorio regionale vi sia la minore percentuale di decessi da Covid-19 e benché la Regione insista nel ribadire che i posti di terapia intensiva sono disponibili, si stanno però sviluppando una serie di criticità che colpiscono direttamente i cittadini e verso le quali è impossibile fare finta di nulla. Da settimane mancano le bombole d’ossigeno, quelle necessarie ai pazienti più problematici e con difficoltà respiratorie a curarsi a casa.
Anche in Abruzzo, Basilicata, Liguria, Valle d’Aosta e alcune zone del Piemonte e della Sicilia le farmacie- come emerso da un monitoraggio di Federfarma di una settimana fa – non riescono a rispondere alla domanda. La solidarietà diventa, dunque, determinante. In Campania i subacquei hanno messo a disposizione le loro bombole per chi ne ha bisogno. «La Capitaneria di porto ci ha contattati offrendoci un aiuto sostanzioso – ha spiegato qualche giorno fa all’Ansa Paolo Monorchio, responsabile della Croce rossa di Napoli – sono bombole messe a disposizione di chi ha realmente bisogno, per fronteggiare emergenze, non come meccanismo ordinario«. La Croce Rossa riceve «quotidianamente numerose richieste di aiuto perché ci sono persone che hanno bisogno di ossigeno e non sanno come fare». «Soprattutto nelle fasce orarie serali – ha affermato – che sono quelle in cui peggiorano le condizioni».
Da giorni si ripetono gli appelli a restituire le bombole vuote, se non se ne ha bisogno, così da poter garantire aiuti. «Le farmacie, in genere, ne hanno una quantità limitata, allo stesso tempo è aumentata la richiesta con l’aumento delle persone che si curano a casa – ha spiegato Monorchio – ed ora in molti non le restituiscono per paura di averne bisogno e rimanere senza». Anche la Regione Campania ha cercato di correre ai ripari, anche se con scarsi risultati a causa della forte domanda: con una ordinanza del 6 novembre ha autorizzato i medici di famiglia a prescrivere i cosiddetti concentratori, ossia macchine che aumentano la concentrazione di ossigeno nell’aria da somministrare ai pazienti Covid a domicilio attraverso caschetti. E anche le grandi bombole di ossigeno liquido normalmente dispensato dalle Asl solo ai pazienti con patologie respiratorie croniche in alternativa alle bombole di ossigeno gassoso normalmente reperibili in farmacia.
La solidarietà fa la differenza anche sul terreno dei tamponi. Per molto i prezzi praticati dai laboratori privati sono altissimi e l’imbuto che ancora oggi si crea se si fa riferimento al pubblico avvilisce moltissimi cittadini che vorrebbero conoscere le proprie condizioni di salute. Così a Napoli, nel rione Sanità, sono partite le iniziative del ‘tampone sospeso’ (gratis perché pagato da qualcun altro; l’iniziativa è stata promossa dall’associazione dalla Fondazione Comunità di San Gennaro Onlus e SaDiSa , insieme con la farmacia Mele e le Terza Municipalità) e dal ‘tampone solidale’ (che costa 18 euro). L’idea nasce per garantire anche alle fasce deboli la possibilità di sottoporsi allo screening anti-covid, in uno dei quartieri maggiormente colpiti dalla crisi economica legata alla pandemia. La Basilica di San Severo a Capodimonte, nel rione Sanità, è diventata l’ambulatorio all’interno del quale viene effettuato il tampone. La basilica ha due ingressi, uno laterale, l’altro centrale. Si entra da quello laterale e, dopo aver rispettato il protocollo (misurazione della temperatura, consenso informato, sanificazione delle mani), si entra nella struttura per sottoporsi al test. Al termine si esce dalla basilica dall’ingresso principale. Sino a martedì 17 novembre sono state 500 le prenotazioni già effettuate, (contattando il numero 3792151320, e presentando la prescrizione medica, cosi’ come previsto dalle disposizioni regionali). In caso di esito positivo, i risultati vengono comunicati dai volontari della Fondazione alle autorità sanitarie.
I volontari sono già al lavoro per verificare la possibilità di sottoporre a test molecolare chi risulta positivo all’antigenico, con l’auspicio che anche i laboratori privati aderiscano all’iniziativa di solidarietà, ognuno per le proprie possibilità. Per contribuire all’iniziativa del tampone sospeso, è possibile effettuare una donazione, attraverso una campagna di fundraising. Basta andare sul sito della Fondazione di Comunità San Gennaro Onlus dove e’ segnato l’Iban e indicare nella causale ‘tampone sospeso’.
giovedì, 19 Novembre 2020 - 12:06
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