Sulla necessità di riaprire le scuole, in sicurezza ovviamente, e di mettere un punto alla didattica a distanza, il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina si trovano d’accordo. Peccato però che ai loro continui proclami e alle critiche che pure entrambi hanno mosso al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, ‘reo’ invece di avere chiuso le scuole a dispetto delle direttive dei Dpcm, non abbia fatto seguito l’allineamento dei sindaci (campani) espressione ora di Italia Viva e ora del Movimento Cinque Stelle.
Com’è noto, lo ‘sceriffo’ ha disposto nei giorni scorsi il ritorno in classe dei bambini della scuola dell’infanzia e delle prima classe delle elementari, fissando per mercoledì 25 novembre il suono della campanella. Un momento atteso, considerato che la chiusura degli istituti scolastici (con il rimando alla Dad) è stato anche oggetto nell’ultimo mese di un braccio di ferro tra Regione e genitori che si è consumato dinanzi al Tar Campania con Palazzo Santa Lucia che l’ha sempre spuntata. Ebbene, a poche ore dal rientro in classe (per chi lo volesse) ecco che i sindaci (alcuni) sono intervenuti ed hanno ribaltato la decisione di De Luca con un’ordinanza ad hoc. Circostanza singolare è che tra quelli che hanno preferito rimandare l’apertura delle scuole ci sono primi cittadini che fanno appunto capo a Matteo Renzi o che sono stati eletti, alle ultime amministrative, come espressione dell’alleanza Pd-grillini.
A Ercolano, comune retto dal renziano Ciro Buonajuto (coordinatore del partito per la provincia di Napoli e fresco di nomina alla vicepresidenza nazionale dell’Anci), la didattica in presenza resta sospesa, fatta eccezione ovviamente per lo svolgimento delle attività destinate agli alunni affetti da disturbi dello spettro autistico e/o diversamente abili, il cui svolgimento in presenza è consentito previa valutazione, da parte dell’Istituto scolastico, delle specifiche condizioni di contesto.
Il 28 novembre ci sarà una nuova valutazione. La decisione è stata condivisa con i sindaci di Portici e San Giorgio a Cremano, rispettivamente Enzo Cuomo e Giorgio Zinno (entrambi del Pd). In un comunicato congiunto i tre sindaci hanno spiegato che «fin quando non avremo garanzie e rassicurazioni sulle condizioni di sicurezza, prediligiamo la linea della cautela e della prevenzione per tutelare la salute delle nostre comunità». Chissà, dunque, cosa penserà Renzi, che un mese fa, quando De Luca decise di chiudere le scuole, osservò: «La scuola deve essere l’ultima cosa che chiude: lo dico con rispetto del presidente De Luca».
La cautela è la molla che ha spinto anche i sindaci benedetti da Pd e grillini alle ultime amministrative a fermare l’ordinanza regionale: oltre al primo cittadino di Pomigliano d’Arco, roccaforte del ministro Luigi Di Maio, Gianluca Del Mastro (di cui abbiamo dato notizia in un altro articolo), hanno deciso di tenere le scuole chiuse anche i sindaci di Caivano (Enzo Falco) e Ariano Irpino (Enrico Franza). Scrive nello specifico Franza: «Ho ritenuto opportuno adottare tale provvedimento, di concerto con i membri della Giunta ed in particolare modo con l’Assessore alla scuola Dr.ssa Michela Cardinale, dacché le ragioni poste alla base sono riconducibili esclusivamente alla salvaguardia della salute pubblica e sono nella fattispecie, le seguenti: lo screening su personale docente, non docente, alunni e relativi familiari conviventi, è stato disposto da ordinanza regionale solo su base volontaria ed è tutt’ora in corso; da nota ANCI Campania si evidenzia “un numero molto limitato di tamponi, circa 2.000 su una platea di circa 150.000 potenziali aventi diritto”». Chissà a questo punto cosa dirà il ministro Azzolina, anche se in questo caso a proteggere i sindaci potrebbe essere proprio il Pd che aveva già fatto scudo a De Luca.
martedì, 24 Novembre 2020 - 20:15
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