L’investimento di Daniele Belardinelli, durante gli scontri tra tifoserie prima di Inter-Napoli, fu un incidente e non la conseguenza di un’azione volontaria come sostenuto dalla procura.
E’ quanto ha concluso il giudice per le indagini preliminari Carlo Ottone de Marchi del Tribunale di Milano che ha condannato l’ultrà napoletano Fabio Manduca per omicidio stradale e non per l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale che invece era stata formulata dalla pubblica accusa. Manduca ha rimediato così 4 anni di reclusione, pena scontata di un terzo all’esito del rito abbreviato, a fronte dei 16 anni proposti dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri.
L’imputato, difeso dall’avvocato Eugenio Briatico, era presente alla lettura della sentenza. A Manduca è stata ritirata la patente e il gip ha inoltre disposto che siano liquidate con 80mila euro in via provvisionale le parti civili, la mamma di Belardinelli, la moglie e la figlia maggiore. Il verdetto è stato accolto con pareri contrastanti. Per il legale di Manduca si tratta di una mezza vittoria dal momento che «la sentenza ha quanto meno dimostrato che non c’era volontarietà nell’azione del Manduca».
«Manduca è contento e soddisfatto del lavoro fatto. Ora aspettiamo il deposito delle motivazioni fra 15 giorni e poi decideremo eventualmente una modifica della misura dei domiciliari – ha aggiunto Briatico -. Non è una sentenza definitiva però è una sentenza di 4 anni di cui ha già scontato 17 mesi. Il gup ha riconosciuto attenuanti equivalenti alla contestata recidiva, legata ad alcuni precedenti ma non specifici. Vedremo se sviluppare l’appello per l’assoluzione definitiva. Intanto le nostre aspettative sono state raggiunte». Il 12 ottobre scorso, Manduca aveva finalmente deciso di rispondere ai magistrati e, per difendersi dall’accusa, aveva spiegato: «Non ho investito nessuno, sono solo fuggito spaventato perché intorno all’auto avevo una trentina di persone. E se ho investito qualcuno, non me ne sono accorto».
Delusione, invece, per i familiari di Belardinelli. «E’ una sentenza che ci sorprende, il giudice ha trasformato l’accusa da omicidio volontario in stradale come se fosse un incidente del sabato sera», ha commentato l’avvocato Gianmarco Beraldo, legale della mamma di Daniele Belardinelli, che si è costituita parte civile. «Aspettiamo di leggere le motivazioni per capire su quali basi ha deciso il gup», ha aggiunto Beraldo, rappresentante di una delle tre parti civili che si sono costituite. Le altre sono la moglie di Belardinelli e la figlia maggiorenne.
La morte di Belardinelli, tifoso del Varese, si consumò il 26 dicembre del 2018 poco lontano dallo stadio di San Siro prima della partita fra Inter e Napoli. Manduca, 40 anni, fu arrestato il 18 ottobre del 2019 e due mesi più tardi ottenne i domiciliari, con il permesso di uscire per svolgere il suo lavoro.
lunedì, 30 Novembre 2020 - 15:09
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