Batterie auto esauste riciclate e rimesse in circolo dai Rom grazie a un centro raccolta del Napoletano: 23 indagati


Traffico illecito di rifiuti a Roma e a Napoli, scattano 23 indagati nell’ambito di un’operazione svolta dai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria e della Procura di Roma, dei carabinieri forestali di Roma- Nipaaf, degli agenti della polizia ferroviaria e delle polizie locali di Roma e della Città metropolitana di Roma. L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 23 indagati (Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 23 persone: 8 agli arresti domiciliari, 11 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività di impresa per un anno) è stata firmata dal gip del Tribunale di Roma ed è l’epilogo di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. I 23 indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati contro l’ambiente,  traffico illecito di rifiuti, autoriciclaggio, furto, ricettazione e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.

Tre i filoni investigativi su cui lavoravano gli inquirenti, poi uniti in un solo filone che si è concentrato nel periodo di tempo che va dall’ottobre del 2018 al giugno 2019; dalle indagini è emerso l’ingente traffico illecito di batterie al piombo esauste, al quale concorrevano diverse persone con differenti compiti. Sono stati innanzitutto identificati alcuni rom che sistematicamente, più volte al giorno, depredavano di batterie il Centro di Raccolta Ama di Cinecittà (sono stati documentati oltre cento furti in poco più di due mesi) oppure se ne approvvigionavano illegalmente attraverso una raccolta non autorizzata, in violazione della normativa di settore. Tale materiale veniva successivamente venduto ad un’organizzazione con base a Tor Sapienza, composta anch’essa da nomadi, che a sua volta o lo esportava verso l’estero (Romania), oppure lo immetteva sul circuito legale nazionale, ricorrendo alla complicità di alcuni commercianti del settore. Quest’ultimi infatti, attraverso la falsificazione della documentazione volta a certificare la provenienza lecita del rifiuto, ricevevano le batterie che reintroducevano nel circuito legale di smaltimento, conferendole ad un compiacente centro di raccolta autorizzato del napoletano.

Il volume d’affari stimato nell’arco di circa sei mesi, si aggira intorno ai 400mila euro. Nel corso delle attività sono state sequestrate complessivamente circa 40 tonnellate di batterie esauste, delle quali la metà nascoste a bordo di un Tir diretto in Romania, sequestrato ad aprile 2019 lungo l’autostrada Roma Firenze nei pressi di Fiano Romano, e sono state tratte in arresto tre persone. Insieme alle misure cautelati personali, il Gip del Tribunale di Roma ha anche disposto il sequestro di undici automezzi impiegati nel traffico di rifiuti.

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mercoledì, 2 Dicembre 2020 - 09:31
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