Recovery Plan, ecco come l’Italia investirà i 196 miliardi Ue. Ma sulla cabina di regia Pd-M5s scatta la fronda di Italia Viva

Renzi Matteo

Tra feroci polemiche interne alla maggioranza e Consiglio dei Ministri saltato per la positività al Covid del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il Recovery Plan, il meccanismo con cui l’Italia gestirà i 196 miliardi del Recovery Fund messo a disposizione dall’Europa è arrivato al giro di boa definitivo. Non senza importanti lacerazioni interne, come detto, che frappongono soprattutto il premier Giuseppe Conte a Italia Viva su un punto decisivo: quello della cabina di regia che dovrà gestire il ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ e che i renziani contestano. Per Conte la cabina di regia dovrà essere a tre, composta da lui, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (M5S). Ma Matteo Renzi e i suoi sono contrari a questo accentramento dei poteri in mano ai due partiti di maggior peso nel Governo: già domenica sera, nel corso di un’altra riunione, il delegato dei renziani Luigi marattin aveva anzitempo abbandonato il tavolo di discussione in disaccordo proprio con questa scelta. Spetterà al premier riuscire a superare questa frattura che mette a rischio il Governo.

«Noi abbiamo chiesto da mesi di discutere in Parlamento del Recovery fund – ha affermato infatti Maria Elena Boschi –  E abbiamo promosso una discussione interna alla maggioranza. Italia viva chiede, pubblicamente, un dibattito alla luce del sole. Il premier ha fatto un’intervista sabato per dire che aveva già deciso tutto, che si sarebbe creata una governance con trecento consulenti, che i progetti erano già stati predisposti con commissari in grado di avere poteri sostitutivi rispetto ai ministeri. Noi non stiamo sfidando il premier, stiamo solo difendendo le istituzioni di questo Paese»

«Il testo sulla governance è per noi inaccettabile – le fa eco il ministro di Iv teresa Bellanova –  Esautora i ministeri e tutte le strutture dirigenziali, comprese quelle delle Regioni. Si pone attenzione alla struttura invece di stare al merito. Operazione opaca con una norma che presenta evidenti profili di costituzionalità. Se dovesse essere inserito emendamento in Legge di bilancio, si valuti con attenzione, perché in Parlamento potrebbero mancare i voti».

Ostacoli politici a parte, la bozza del Recovery Plan è pronta sebbene in ritardo rispetto alle richieste dell’Europa e ad altri Stati membri dell’Ue. Si chiama ‘Next generation Italia’ e parte dal tesoretto di 196 miliardi che dovranno essere investiti in sei settori strategici con piani di investimento ad hoc. La parte più cospicua del fondo (74,3 miliardi di euro) andrà per la ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’: sono invece 48,7 i miliardi di euro destinati aòòa ‘Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura’; per le ‘Infrastrutture per una mobilità sostenibile’ saranno destinati 27,7 miliardi, 19,2 per ‘Istruzione e ricerca’, 17,1 per ‘Parità di genere, coesione sociale e territoriale’, infine 9 miliardi per il settore ‘Salute’.

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martedì, 8 Dicembre 2020 - 09:07
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