Un primario agli arresti domiciliari e un medico chirurgo sospeso nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Salerno su alcuni decessi avvenuti in una casa di cura di Salerno. Il primario del Reparto di Unità funzionale di Chirurgia generale e Chirurgia oncologica presso la “Casa di cura Tortorella”, Carmine Napolitano, e il chirurgo Marco Clemente questa mattina sono stati raggiunti da un’ordinanza del gip di Salerno eseguita dai carabinieri. Stando a quanto emerso, nella casa di cura si sarebbero effettuati interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza o del tutto inutili con conseguente aumento dei decessi registrata tra fine 2017 e inizio 2018. L’accusa è di omicidi colposi plurimi.
Il modus operandi, secondo una nota della Procura salernitana, sarebbe stato «spregiudicato» e una gestione «imprudente» dei pazienti. Nei confronti del primario è stata eseguita la misura degli arresti domiciliari, mentre nei confronti dell’altro chirurgo è stata eseguita la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio di medico e della sospensione dall’esercizio della professione presso qualsiasi struttura sanitaria pubblica o convenzionata.
Dallo studio di 83 cartelle cliniche è risultato come, a fronte dell’aumento delle prestazioni e, sottolinea la Procura di Salerno, «degli utili», la scelta di politica aziendale non fosse coincisa con il miglioramento delle prestazioni sanitarie. Anzi, lo scenario portava a porre in dubbio le effettive capacità del chirurgo e della sua équipe, in particolare del suo assistente, al quale la Procura riconosce “un ruolo attivo e co-decisionale nella scelta e attuazione dei trattamenti terapeutici”.
Secondo l’analisi effettuata collegio di periti nominati dalla Procura, gli indagati avrebbero optato «in maniera superficiale per scelte terapeutiche rischiose e sproporzionate, violando reiteratamente i protocolli di sala operatoria e mantenendo lo stesso contegno di assoluta imprudenza anche nelle fasi successiva all’esecuzione di interventi chirurgici ad alta percentuale di rischio di complicanza post operatoria». La Procura di Salerno ha raccolto a carico dei sanitari indagati «plurime contestazioni di omicidio colposo» contestando «di aver eseguito una serie di interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi e inutili a fronte di malattie oncologiche in avanzata stadiazione».
Viene inoltre contestato un secondo gruppo di interventi «caratterizzato dalla imperizia nella fase esecutiva e dalla totale negligenza nella gestione della fase post operatoria, con omissione dei prescritti controlli e indagini diagnostiche a fronte dell’evidente insorgenza di complicanze». Le ipotesi di lesioni colpose, pur emerse dalla disamina delle cartelle, «non sono allo stato procedibili per difetto di querela» fa sapere la Procura di Salerno.
mercoledì, 9 Dicembre 2020 - 11:48
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