Il processo prenderà il via a fine gennaio. Vincenzo Garzia, 47 anni di Arzano, dovrà rispondere di omicidio (preterintenzionale) per avere provocato la morte della compagna Lucia Caiazza.
Secondo quanto ricostruito grazie agli esiti dell’autopsia, Lucia – di 52 anni – fu picchiata in casa tra il 4 e il 10 maggio, quando il lockdown si stava avviando a conclusione: la donna morì alle 23 del 14 maggio nell’ospedale di Frattamaggiore (Napoli), malgrado un intervento chirurgico di asportazione della milza. Garzia, è l’accusa della procura, infierì sulla donna con una violenza cieca scaturita dal fatto che Lucia aveva scoperto la relazione extraconiugale iniziata dal marito. Una violenza smascherata, appunto, dall’autopsia. Inizialmente i dolori che attanagliavano Lucia vennero attribuiti a un incidente stradale avvenuto l’11 aprile, mentre era in auto con la sorella.
L’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, ed eseguito lo scorso 13 luglio, ha infatti evidenziato che a provocare la morte di Lucia Caiazza è stata la «rottura, lacerazione traumatica, della milza» con un conseguente «shock emorragico irreversibile». Una morte che, per motivi temporali, non poteva essere riconducibile, secondo i consulenti degli inquirenti, a quell’incidente stradale, avvenuto molto prima, l’11 aprile. Il processo prenderà il via il prossimo 27 gennaio davanti alla seconda sezione delle Corte di Assise di Napoli.
L’imputato – detenuto nella casa circondariale di Poggioreale da metà ottobre – è difeso dagli avvocati Antonio Russo e Lucia Leone. Al processo presenteranno istanza di costituzione di parte civile i familiari della donna (rappresentati dall’avvocato Sergio Pisani) e l’associazione ‘Al Posto tuo’ (rappresentata dall’avvocato Loredana Gemelli.
venerdì, 11 Dicembre 2020 - 12:39
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