Il Governo fa dietrofront su una delle misure del Dpcm di Natale che più ha fatto discutere anche all’interno della stessa maggioranza, ovvero il divieto di spostamento tra Comuni nei giorni di Natale e Capodanno. Di base Conte e Speranza hanno dovuto cedere alle pressioni per cambiare la disposizione, pressioni che sono arrivate anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, con un sorpasso a destra, ieri ha anticipato su Facebook l’intenzione dell’esecutivo di smorzare una norma che avrebbe penalizzato soprattutto i cittadini – in particolare gli anziani – che vivono in Comuni piccoli. Secondo l’impostazione che si voleva dare inizialmente, spostarsi era vietato tout court, indipendentemente dal numero di abitanti del Comune, ma in questo modo si andava a penalizzare i cittadini delle comunità piccole, mentre si sarebbero permessi paradossalmente gli spostamenti nelle grandi città. Per molti, un controsenso. La partita all’interno del Governo, comunque, è ancora aperta per arrivare ad una formulazione della misura che non si trasformi in un ‘liberi tutti’.
Sull’Aventino resta soprattutto il ministro della Salute Roberto Speranza, convinto assertore della linea del rigore, che ha ribadito anche ieri sera a Porta a Porta su Rai Uno. «Io – ha affermato – resto sulla linea della massima prudenza e di grande rigore. Siamo vicini alla meta, manca davvero poco e sarebbe un peccato sprecare ciò che abbiamo fatto, non rischiare che le prossime settimane ci riportino a quanto accaduto in estate. Serve un ultimo sforzo che durerà alcune settimane». Sulla stessa posizione oltranzista di Speranza è il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.
Sul punto degli spostamenti tra Comuni la linea dell’opposizione è invece rappresentata dalla mozione presentata dal centrodestra, e che verrà discussa dalla conferenza di capigruppo convocata dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati per lunedì prossimo, nella quale si chiede l’abolizione della norma contestata. Ma il Governo non deve solo affrontare le divisioni interne e il pressing delle opposizioni, ma pure quello di sindaci e governatori (come Attilio Fontana per la Lombardia, Alberto Cirio per il Piemonte e Giovanni Toti per la Liguria) che spingono per la deroga natalizia. Una serie di ‘attacchi’ al cuore della norma che hanno infino convinto Conte a cedere nella revoca del divieto e a presentare un nuovo provvedimento di modifica al decreto già in discussione che riguardi gli spostamenti sino al 15 gennaio 2021. Una deroga che però deve essere ‘blindata’, cioè non lasciare spazio a nuovi allentamenti delle prescrizioni.
Allo stato, il Dpcm prevede il divieto si spostamento tra il 25 e 26 dicembre e a Capodanno, fatta eccezione per il ritorno a casa di chi si è spostato prima di queste date. Resta in piedi il divieto di spostamento tra Regioni. Diverse le ipotesi esplorate dal Governo: una è quella di eliminare i divieti solo per i piccoli Comuni, cioè quelli con meno di 5mila abitanti. Ipotesi al vaglio ma ritenuta comunque troppo restrittiva e soprattutto difficile da far rispettare per mancanza di controlli. Altra ipotesi è quella di allentare le maglie solo a Natale e non a Santo Stefano e Capodanno, ma potrebbe essere scavalcata dalla mozione del centrodestra che prevede la deroga per tutti e tre i giorni e che sarebbe approvata al Senato. Infine un emendamento al Dpcm di Natale o al decreto Ristori entro lunedì.
Mentre il Governo gioca questa complicata partita, arrivano le ordinanze delle Regioni. Veneto e Campania hanno deciso ordinanze più restrittive; Zaia ha firmato il provvedimento che impone la riduzione dei clienti dei negozi in base ai metri quadrati, la riduzione dei banchi di vendita nei mercati all’aperto fino al 15 gennaio. Inoltre cambia gli orari di bar e locali pubblici: stop delle consumazioni in piedi nei bar alle 11; dopo le 11 e fino alle 18 servizi solo da seduti. Per gli anziani, sarà raccomandato fare la spesa nei supermercati tra le 10 e le 12 per evitare le ore fredde.
In Campania Vincenzo De luca dispone controlli rigorosi in stazioni e aeroporti per evitare le conseguenze di un esodo dal Nord senza freni e annuncia il divieto di spostamento nelle seconde case anche in ambito regionale. A Bari, il sindaco e presidente dell’Anci Antonio Decaro ha imposto nel fine settimana, il 24 e il 31 dicembre la chiusura dei negozi alle 13 e lo stop a ristoranti – anche per asporto – alle 11 con divieto di stazionamento in 29 strade e piazze del capoluogo pugliese.
venerdì, 11 Dicembre 2020 - 08:30
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