Tre avvocati e un dipendente di uno studio legale di Bari, un consulente di un’associazione a tutela dei consumatori di Barletti e un operatore giudiziario in servizio presso l’Ufficio delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Bari sono finiti agli arresti domiciliari e un avvocato barese è stato interdetto dall’esercizio della professione forense per sei mesi nel corso di un’operazione dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Bari. Su richiesta della Procura di Bari le fiamme gialle hanno eseguito l’ordinanza firmata dal gip del Tribunale del capoluogo pugliese che coinvolge 7 persone. I destinatari delle misure cautelari sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falsità ideologica, corruzione in atti giudiziari ed autoriciclaggio. Con il medesimo provvedimento è stato, inoltre, disposto il sequestro di beni mobili, immobili e di disponibilità finanziarie per un valore di oltre 22 milioni di euro, in corso di esecuzione. Sono complessivamente 21 le persone indagate.
Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica e svolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari a seguito di una denuncia presentata nel maggio del 2018 sulla presunta indebita percezione di compensi professionali da parte di alcuni avvocati facenti parte di uno studio professionale barese.
Alla luce di quanto denunciato, tali legali – mediante condotte fraudolente – avrebbero indebitamente percepito compensi spettanti per il patrocinio in innumerevoli contenziosi civili intentati contro la Regione Puglia per conto di oltre 3000 agricoltori, al fine di ottenere il pagamento dei contributi di cui alla Legge Regionale numero 29/1982, a titolo di indennità compensativa (corrisposta negli anni 1989 – 1993) in favore di imprenditori agricoli operanti in aree geografiche svantaggiate.
Le investigazioni – effettuate mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi documentali ed indagini finanziarie – hanno consentito di disvelare un’associazione per delinquere, con base operativa a Bari, la quale, attraverso complessi e diversificati meccanismi fraudolenti, ha intrapreso nei confronti della Regione Puglia migliaia di contenziosi di natura civilistica, al fine di conseguire ed incrementare illecitamente i pertinenti compensi professionali.
È stato accertato, in particolare, che gli indagati – utilizzando anche mandati difensivi falsi, perché riportanti le firme apocrife degli imprenditori patrocinati, oppure perché riferiti a persone decedute – avrebbero artificiosamente frazionato i contributi complessivamente spettanti a ciascun agricoltore nelle diverse annualità. In tal modo i legali, componenti dell’associazione per delinquere, hanno intentato, per ciascuna annualità, altrettante cause civili finalizzate ad ottenere il pagamento sia delle indennità agricole spettanti, sia delle connesse spese legali, in questo modo indebitamente incrementate.
Una volta ottenuta la corresponsione dei contributi spettanti agli agricoltori, avrebbero provveduto ad attivare nei confronti della Regione Puglia nuovi contenziosi, questa volta tendenti ad ottenere il riconoscimento degli interessi di mora maturati sui ritardati pagamenti delle indennità agricole, nonché il pagamento di quelle spese legali che, benché riconosciute in giudizio, non erano state ancora rimborsate dal predetto Ente.
Le investigazioni – che hanno consentito di quantificare in oltre 22 milioni di euro le somme illecitamente percepite in danno del bilancio della Regione Puglia – hanno, in più, fatto emergere gravi condotte corruttive nei confronti di un infedele operatore giudiziario in servizio presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Bari, il quale – in violazione dei propri doveri di ufficio ed in cambio di denaro e di altre utilità – ha istruito le richieste di rimborso avanzate dagli indagati anticipando le udienze dell’esecuzione rispetto agli ordinari tempi di attesa.
Le indagini finanziarie, infine, hanno permesso di riscontrare diverse operazioni di autoriciclaggio poste in essere da alcuni degli indagati che hanno trasferito su conti correnti bancari nella propria disponibilità parte degli ingenti proventi illeciti conseguiti.
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mercoledì, 16 Dicembre 2020 - 13:02
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