Niente ‘Natale sereno’, ma Natale di rigore. Una decina di minuti prima delle dieci di questa sera il premier Giuseppe Conte si presenta in conferenza stampa per illustrare al Paese le nuove misure anti-Covid che scandiranno queste imminenti festività e che sono state deliberate con un decreto legge. E’ passata la linea del rigore, quella della chiusura a doppia mandata del Paese con qualche curiosa deroga. E’ passata la linea che sostanzialmente cancella le promesse fatte mesi fa e che erano servite agli esponenti del Governo per giustificare e rendere meno ‘dolorose’ zone rosse e nuovi stop delle attività economiche.
Dal 24 dicembre al 6 gennaio ci saranno giornate in cui l’Italia sarà ‘zona rossa’ o ‘zona arancione’. Tradotto: vi saranno una serie di paletti e divieti che renderanno impossibile il facile spostamento da un comune all’altro o da una regione all’altra come avverrebbe in una zona gialla. Nello specifico l’Italia intera sarà zona rossa dal 24 al 27 dicembre, poi il 31 dicembre e nei giorni 1-2-3-5-6 gennaio: in questo periodo sarà vietato spostarsi da casa se non per ragioni di lavoro, di necessità e di salute; in questo periodo saranno inoltre chiuse tutte le attività ad eccezione di quelle che vendono beni di prima necessità, di edicole, tabacchi, dei parrucchieri e dei barbieri. I bar e tutte le attività di ristorazione non potranno accogliere clienti al proprio interno ma potranno garantire, se lo vorranno, vendita a domicilio o d’asporto fino alle 22. C’è infine una deroga, che rischia però di creare un po’ di caos soprattutto a livello dei controlli: dalle 5 alle 22 si potrà uscire per fare visita ad amici o parenti ma si potrà uscire in due (più persone sono ammesse solo se si tratta di genitori con figli minori di 14 anni). Questo, ad esempio, consentirà ad una coppia o ad una famiglia (con figli piccoli) di potere raggiungere i propri genitori per pranzare insieme a Natale.
Un lasciapassare che rischia di creare un cortocircuito: più coppie potrebbero decidere di raggiungere la stessa abitazione, finendo così con il creare quella situazione di ‘assembramento’ a tavola che ha spinto il Governo ad adottare questo nuovo decreto legge. E’ a questo punto che entrano in giochi i controlli. Conte ha specificato in conferenza che non sarà possibile a un esponente delle forze dell’ordine effettuare verificare a campione nelle abitazioni, ma sarà possibile intervenire in caso – ad esempio – di segnalazione (magari da parte di qualche vicino) o per verificare la veridicità di un’autocertificazione ricevuta durante un controllo in strada. «Il limite che noi mettiamo – ha spiegato Conte – è alla circolazione delle persone. Chi viene fermato deve dichiarare dove va e in tal caso può scattare la verifica».
Nei giorni 28,29 e 30 dicembre e il 4 gennaio l’Italia sarà invece zona arancione. Non ci si potrà spostare di regione in regione e neanche da un comune all’altro, ma sarà consentita la circolazione all’interno del proprio comune senza giustificazione. Vi è però una deroga: chi viene in un comune con meno di 5mila abitanti potrà uscire dal territorio e spostarsi massimo per un raggio di 30 chilometri orari ma non potrò raggiungere un capoluogo di provincia. In questi giorni i negozi saranno aperti fino alle 21. Per bar e ristoranti sarà consentita la vendita a domicilio o d’asporto fino alle 22.
Queste misure andranno ad integrare i divieti già stabiliti dal ‘Dpcm Natale’ che prevedeva l’impossibilità di spostarsi da una regione all’altra a partire dal 21 dicembre (anche per raggiungere le seconde case fuori regione).
Inoltre va sottolineato che le nuove misure avranno validità a patto che le singole Regioni non decidano di adottare misure più restrittive come ha già anticipato nel pomeriggio il presidente della Campania Vincenzo De Luca, che è intenzionato a vietare ogni tipo di spostamento tra comuni, inclusi quelli con meno di 5mila abitanti (ma ci potrebbe essere un ripensamento sino al momento della firma dell’annunciata ordinanza regionale).
Restrizioni, dunque, ma al tempo stesso ‘ristori’ per i titolari delle attività di ristorazione e dei bar che nei fatti si ritroveranno quasi chiusi. «Siamo al loro fianco – ha detto Conte – Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato». Nel decreto sono previsti circa 645 milioni a favore di queste categorie: «Riceveranno il 100% sulla base di quanto già ricevuto nel decreto rilancio». A gennaio, invece, sarà varato un nuovo ‘decreto ristori’ con il quale «provvederemo a compensare delle perdite altri operatori»: saranno introdotte misure «perequative per evitare che si creino ingiuste differenze di trattamenti», ha detto Conte. Che ha infine invitato gli italiani a compiere un ultimo sforzo. «Il virus si lasciare ma non si lascia sconfiggere – ha incalzato – Tra i nostri esperti c’è il timore di una impennata del virus durante le festività natalizie. Dobbiamo quindi intervenire per rafforzare il regime di misure che sono necessarie per affrontare le prossime festività in modo da cautelarci meglio» e arrivare al vaccine-day e quindi a gennaio quando la campagna di vaccinazione entrerà nel vivo.
venerdì, 18 Dicembre 2020 - 22:38
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