Fingendosi professionisti benestanti o prestanti militari, approfittando delle infinite possibilità che oggi offre la Rete per camuffare la propria identità fingendosi altro da sé e di avere una platea sconfinata di potenziali vittime, sono riusciti a raggirare decine di donne che, in buona fede, non solo hanno creduto alle loro storie ma, tradite dai sentimenti, li hanno pure ‘foraggiati’ con migliaia di euro.
La banda delle ‘truffe sentimentali’ è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine sull’inganno in cui sono cadute decine di donne che, credendo di trovarsi di fronte a uomini e che questi fossero loro pretendenti, hanno sganciato migliaia di euro arrivando, in qualche caso, a vendere le proprietà di famiglia pur di soddisfare le richieste economiche di questi ‘amici’ o ‘fidanzati’ virtuali. Questi ultimi, su siti di incontri online si spacciavano per agenti dell’Interpol, piloti di aerei, comandanti di grandi navi, ingegneri petroliferi o militari impegnati all’estero e, una volta conquistata la fiducia delle donne loro vittime, anche con promesse di matrimonio, inventavano improvvise necessità finanziarie.
Ammontano a diverse migliaia di euro i guadagni ottenuti con queste ‘truffe sentimentali’ dalla banda smantellata dalla guardia di finanza di Torino, composta da nigeriani e un italiano. Il bilancio dell’operazione ‘Casanova’ è di 15 arresti, 4 obblighi di firma e 50 denunce, oltre al sequestro di 1,4 milioni di euro. Nel corso della complessa indagine, coordinata dal pm Manuela Pedrotta, i finanzieri hanno analizzato oltre 30.000 transazioni finanziarie e 200 segnalazioni per operazioni sospette, avvalendosi della cooperazione internazionale di 22 Paesi. Le persone raggirate sono risultate così coinvolte da arrivare a vendere le proprietà di famiglia e ad indebitarsi per soddisfare le sempre più pressanti richieste di denaro dei truffatori.
La banda era specializzata anche nella cosiddetta truffa del ‘man in the middle’, che consiste nell’inserirsi nella corrispondenza informatica altrui e nella sostituzione nei rapporti commerciali tra le aziende ‘spiate’, così da indurre queste ultime, con e-mail ingannevoli, a trasferire le somme dovute per rapporti di credito/debito su conti correnti creati ad hoc, in uso agli indagati.
Le investigazioni, avviate nel 2017, hanno tratto origine dallo sviluppo di alcune segnalazioni di operazioni sospette ed hanno consentito di individuare conti correnti sui quali sono state rilevate transazioni di denaro, per rilevanti importi, provenienti dall’estero da parte di mittenti residenti in Austria, Finlandia, Belgio, Svizzera, Stati Uniti e Cina, che costituiscono soltanto alcuni dei numerosi Paesi coinvolti.
All’esito di articolati riscontri è stato ricostruito l’intero sistema di riciclaggio dei proventi illeciti generati dalle truffe “sentimentali” e informatiche: in corrispondenza di ogni singolo bonifico ricevuto venivano eseguiti, nell’arco dello stesso giorno, numerosi prelievi in contanti ovvero il denaro era trasferito, mediante giroconti o accrediti, sui conti correnti intestati ad altri complici per poi essere destinato all’estero.
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venerdì, 18 Dicembre 2020 - 08:12
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