Si sono mossi troppo tardi. Il ministero dell’Interno e il Comune di Napoli si ritrovano così tagliati fuori dal processo sulla morte di Pasquale Apicella, il poliziotto che perse la vita a Calata Capodochino lo scorso aprile mentre, insieme a un collega, stava cercando di fermare una banda di ladri.
I giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli hanno infatti respinto la richiesta di costituzione di parte civile che è arrivata pochi giorni fa nel corso della seconda udienza dibattimentale (tenutasi il 23 dicembre), ossia fuori tempo massimo. Respinta, anche, la richiesta degli imputati di accedere al rito abbreviato per quanto riguarda una serie di reati minori. Ricordiamo che tre imputati rispondono di omicidio volontario.
Sul banco degli imputati figurano, per il reato più grave, Fabricio Hadzovic, 40 anni (difeso dall’avvocato Cesare Amodio), l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la “Pantera” della polizia sulla quale si trovava Pasquale Apicella; Admir Hadzovic, 27 anni (difeso dall’avvocato Raffaella Pennacchio) e il 39enne Igor Adzovic (difeso dall’avvocato Giovanni Abbate); l’ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic (anche lui difeso da Raffaella Pennacchio), non risponde dell’omicidio volontario, in quanto non era a bordo dell’A6, ma dei reati “minori”.
lunedì, 28 Dicembre 2020 - 08:00
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