Gli operai non mollano. E anche nella notte appena trascorsa, come accaduto a Capodanno, sono rimasti in presidio dinanzi ai cancelli dello stabilimento della Meridbulloni che potrebbe non essere più la loro casa. Lunedì 4 gennaio ci sarà un confronto tra le rappresentanze sindacali e il Gruppo Fontana, proprietario della fabbrica: a mediare tra le posizioni, che al momento non presentano punti di incontro, sarà il Mise, cui tocca questa nuova grana occupazionale che ancora una volta è esplosa in territorio napoletano.
Il Gruppo Fontana ha comunicato la delocalizzazione della produzione a Torino e la fusione della Meridbulloni con la Ibs (altra azienda del gruppo) e ha fatto pervenire agli 81 operai di Castellammare una lettera di trasferimento a Torino a partire dal 1 febbraio, trasferimento che però gli operai non vogliono osservare, pretendendo invece che la Meridbulloni non venga smantellata. Il Mise proverà una mediazione, che anzitutto garantisca il posto di lavoro a chi rifiuterà di fare la valigia per partire verso Torino e che, se possibile, consenta a Castellammare di Stabia di non perdere la Meridbulloni.
«In questi giorni abbiamo avuto varie interlocuzioni con i vertici aziendali della MeridBulloni SpA in merito al futuro dello stabilimento di Castellammare di Stabia. Per il prossimo 4 gennaio è programmato un incontro congiunto tra azienda e rappresentanze sindacali con lo scopo di intavolare una discussione rispetto ai termini del trasferimento, le cui tempistiche ad oggi rimangono invariate», ha affermato la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde.
«Dopo l’esame congiunto del 4 gennaio, continueremo il confronto con tutte le parti coinvolte per valutare la possibilità di convocare un tavolo di monitoraggio presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel mese di gennaio, in modo da mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione per facilitare una risoluzione ottimale della vertenza», ha concluso Todde.
domenica, 3 Gennaio 2021 - 01:24
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