I tentacoli della criminalità organizzata si sono allungati anche sull’emergenza Coronavirus, sfruttando a proprio favore sia la crisi economica che la disperazione delle famiglie. Ora però le mafie alzano il tiro e puntano a due degli snodi dell’emergenza: i vaccini e il Recovery Plan che farà scorrere milioni di euro ed investimenti sull’Italia.
L’ultimo allarme segnalato dal Ministero dell’Interno riguarda però i vaccini: i clan, spiega il Viminale nel report dell’organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, potrebbero sfruttare la diffusione del vaccino anticoronavirus per dare un’altra spinta ai loro affari illeciti. «La prossima diffusione dei vaccini – si legge – potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione della elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale».
Ma il quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi illustra anche gli altri palcoscenici criminali legati al Coronavirus.
«Nell’attuale fase pandemica la criminalità sembra aver orientato i propri interessi sull’indebita percezione delle rilevanti e diversificate misure economiche di sostegno disposte dal governo e, prevedibilmente, sulle future risorse che saranno garantite nell’ambito del Recovery Fund – si legge.
«La diffusione del coronavirus – continua il report – ha impattato significativamente sul sistema economico, alla luce delle misure restrittive assunte per arginare l’emergenza epidemiologica, che hanno determinato la chiusura di quasi tutte le attività e la riduzione drastica dei consumi. In tale scenario, i gruppi criminali, allo scopo di cogliere le opportunità di investimento offerte dall’evoluzione e dalla persistenza della pandemia hanno rivolto i propri interessi non solo verso i citati comparti economici, ma anche nei confronti degli operatori più danneggiati dalle misure di distanziamento sociale adottate in fase di lockdown, come la filiera della ristorazione, la ricezione alberghiera e l’offerta turistica».
Da parte della criminalità organizzata ci sarebbe il tentativo in particolare «accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia, con modalità del tutto assimilabili a quelle adottate dalla più generale criminalità economico-finanziaria».
Fortemente avvertito anche «il rischio che la criminalità organizzata tenti di accreditarsi presso gli imprenditori in crisi di liquidità per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario, nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale e di subentrare poi negli asset proprietari o di controllo, oppure eserciti forme oppressive di usura anche verso le fasce più deboli della popolazione, in ragione della crisi di liquidità e lavorativa».
Proprio in tema di possibili infiltrazioni, gli analisti invitano a concentrare l’attenzione nei settori economici «resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia» ed «altamente esposti sotto il profilo sia di possibili gestioni occulte, sia della contraffazione dei prodotti posti in vendita su mercati paralleli o attraverso la rete dark del web».
«La prossima diffusione dei vaccini – infine – potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale». È uno dei rischi segnalati nel quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso.
mercoledì, 6 Gennaio 2021 - 11:19
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