Napoli, ai domiciliari chirurgo oncologico del Pascale. Il gip: «Ha cercato di inquinare le prove dell’inchiesta su di lui»

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A novembre era stato raggiunto da un provvedimento di sospensione della professione medica per un anno perché accusato di concussione per avere dirottato dall’ospedale Pascale alla sanità privata quattro donne malate di cancro che avevano bisogno di interventi al seno.

Ieri Raffaele Tortoriello, dirigente medico dell’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli e dal 2018 responsabile della struttura semplice dipartimentale di Day surgeli chirurgia senologica, è finito agli arresti domiciliari. Un aggravamento di misura arrivato perché – secondo le nuove indagini condotte sul conto del medico – Tortoriello, all’indomani della notifica della sospensione dall’attività stabilita dal gip Anna Imparato del tribunale di Napoli, si sarebbe attivato nel tentativo di inquinare le prove.

Nel nuovo atto d’accusa, che cristallizza le conclusioni del pubblico ministero Henry John Woodcock, il primario – che aveva un contratto in esclusiva con il Pascale – avrebbe tentato di entrare in contatto con due testimoni convocati in procura su indicazione della sua difesa e si sarebbe anche recato in ospedale per parlare con amici e pazienti. Per arginare questi tentativi di ‘aggancio’ di testi che avrebbero potuto compromettere l’attività di inchiesta, la procura ha chiesto e ottenuto i domiciliari. Il provvedimento è stato notificato dai carabinieri del Nas e dagli agenti del commissariato Arenella.

Tortoriello è accusato di avere convinto, tra il 2014 e il 2018, quattro pazienti oncologiche del Pascale a farsi operare al seno, a causa di un tumore, presso una struttura privata di Posillipo prospettando la necessità di agire tempestivamente e al tempo stesso rappresentando l’impossibilità di intervenire in modo rapido al Pascale. L’inchiesta ha preso le mosse a seguito della denuncia sporta dal marito di una paziente alla quale era stato diagnosticato un carcinoma mammario infiltrante e che è deceduta. La donna aveva pagato 4mila euro per l’intervento privato e superare così l’ostacolo dei 40 giorni di attesa al Pascale che Tortoriello le aveva comunicato. Attesa che in realtà era inesistente dal momento che per i casi gravi al Pascale vi è una corsia preferenziale. Tant’è, Tortoriello avrebbe fatto leva sulla non conoscenza delle procedure da parte delle pazienti e sulla loro debolezza provocata dalla malattia per fare cassa: altre tre donne hanno dichiarato di avere pagato 7mila euro a testa per operarsi privatamente benché pazienti del Pascale.

A seguito della prima denuncia la procura ha messo in moto la macchina investigativa ascoltando diversi testimoni. Di qui l’ordinanza di custodia cautelare, emessa a novembre, di sospensione per un anno dall’attività medica. Ma non è tutto: a ottobre è stato accusato sempre dai pm napoletani di abusi sessuali ai danni di due pazienti, anche loro affette da problematiche determinate da neoplasie al seno. Nello specifico le due donne sarebbero state palpeggiate nelle parti intime mentre erano distese sul lettino durante una visita scaturita da un intervento di mastoplastica. I fatti contestati, in questo caso, risalgono al giugno 2018 e al 2019.

venerdì, 15 Gennaio 2021 - 07:03
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