Falsi certificati medici per rilasciare patenti anche ad ultra novantenni totalmente inabili alla guida. Un sistema attraverso il quale, secondo gli investigatori, oggi ci sono almeno 50mila automobilisti che girano in auto pur non possedendo i requisiti psicofisici. Il giro di falsi certificati, organizzato secondo l’accusa da un medico ‘sostenuto’ dalla complicità di familiari e faccendieri vari, è stato scoperto dalla Polstrada di Nola che questa mattina ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord, nei confronti di 24 persone. Venti gli indagati finiti agli arresti domiciliari, 3 invece sono destinatari dell’obbligo di dimora e uno dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I coinvolti sono tutti residenti tra le province di Napoli e Caserta e sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al falso in atto pubblico. Il giro di affari è enorme: avrebbe garantito un guadagno illecito di almeno 1,6 milioni di euro.
Grazie alle indagini relative al solo 2019, la Polizia stradale di Nola ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora dei falsi certificati. Gli indagati – un medico residente nella provincia di Napoli e i suoi due figli, alcuni faccendieri, titolari e collaboratori di autoscuole ed agenzie presenti nelle province di Napoli e nella zona di Aversa – avrebbero posto in essere un’organizzazione ben strutturata e organizzata, con una precisa ripartizione di ruoli, compiti e responsabilità, finalizzata al rinnovo e al conseguimento delle patenti di guida attraverso false certificazioni mediche.
Le indagini hanno consentito di individuare oltre 50.000 false certificazioni mediche emesse per una sola annualità, molte delle quali munite anche di valori bollati contraffatti. Addirittura in un caso, hanno scoperto gli agenti guidati dal comandante Giovanni Grimaldi, il medico è stato sostituito dai due figli durante un ricovero ospedaliero di cinque giorni; mentre il padre era in ospedale, i figli hanno ‘sfornato’ ben 600 certificati con la compiacenza del genitore utilizzando le sue credenziali informatiche e trasmettendo telematicamente le risultanze delle visite, mai sostenute, alla Motorizzazione Generale di Roma.
Il sistema era ben collaudato. Il medico indagato era un accertatore cui facevano riferimento diverse autoscuole per il rilascio dei certificati. Lui avrebbe dovuto compiere le visite mediche propedeutiche al rinnovo ma nella realtà, ha scoperto la Polstrada di Nola, non le effettuava e questo costituiva una grande facilitazione sia per le agenzie che per gli utenti, nonché un incentivo per eventuali futuri clienti e rivolgersi a quelle stesse agenzie per avere rinnovate le patenti anche se non potevano sottoporsi a visita. Molti dei documenti rinnovati erano stati rilasciati a persone anziane, ultranovantenni, allettate da anni, affette da gravi patologie invalidanti e, dunque, non compatibili con i requisiti richiesti per il rilascio della necessaria idoneità psicofisica. In questo ultimo caso, il rinnovo era concesso su richiesta di familiari degli anziani: questi ultimi, pur non potendo ormai più guidare, volevano potere disporre ancora del documento di guida e i loro familiari si rivolgevano alle agenzie in cui sapevano che i loro cari, pur essendo ormai non più in grado di guidare, avrebbero potuto facilmente avere comunque la patente rinnovata.
Durante le indagini è emerso anche che alcune autoscuole organizzavano, eludendo i controlli della Motorizzazione Civile di Napoli, falsi Corsi di Formazione Periodica per conducenti professionali ovvero lezioni di teoria e pratica alla guida ad allievi da parte di soggetti non qualificati. Il volume delle attività illecite, per le quali risultano indagate altre 40 persone, è stato stimato in circa 1,6 milioni di euro.
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lunedì, 18 Gennaio 2021 - 10:14
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