Associazione camorristica e avvelenamento di acque, la Corte di Cassazione conferma la condanna a 18 anni per Cipriano Chianese. Imprenditore nel settore dei rifiuti ritenuto vicino ai Casalesi, è considerato colui il quale, per conto del clan di Casal di Pricipe, avrebbe ‘ideato’ il sistema delle ecomafie e dello smaltimento illecito di rifiuti. In particolare, Chianese è stato condannato per il disastro ambientale della discarica Resit di Giugliano, invaso in cui la camorra avrebbe fatto sversare rifiuti senza alcuna misura di controllo con un conseguente gravissimo danne ambientale.
I giudici della Suprema Corte hanno inoltre confermato le condanne per la moglie di Chianese, Filomena Menale (4 anni e mezzo), accusata di riciclaggio; per Remo Alfani, primo progettista della discarica, condannato a 10 anni e per Gaetano Cerci, imprenditore dei rifiuti, condannato a 15 anni.
In secondo grado erano stati assolti invece dal processo l’ex sub commissario all’emergenza rifiuti in Campania Giulio Facchi (che era stato condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi), i funzionari pubblici accusati di aver favorito Chianese e tre imprenditori di origini casertane (Generoso, Raffaele ed Elio Roma, a cui in primo grado erano stati inflitti rispettivamente, 5 anni e mezzo ai primi due e sei all’ultimo).
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mercoledì, 20 Gennaio 2021 - 10:48
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