C’è anche Rocco Casalino, portavoce del premier Giuseppe Conte, nella lista dei convocati dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che saranno ascoltati nei prossimi giorni. L’elenco comprende lo stesso presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il leader di Italia Viva M;atteo Renzi; gli argomenti da trattare sono due: il caso dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti per 108 giorni in un carcere-caserma in Libia e il Russiagate.
La convocazione di Rocco Casalino riguarda il caso Libia e segna un primato perché è la prima volta che il Copasir chiama in audizione un portavoce, che come noto ricopre un ruolo nella comunicazione di Palazzo Chigi. Ma era pure scontata, dopo quanto emerso la mattina del 17 dicembre, giornata in cui i pescatori furono liberati e dai palazzi del potere capitolino filtrò la notizia del felice esito della trattativa per la loro liberazione nei giorni in cui montava la protesta dei familiari, annichiliti da tre mesi di silenzio delle autorità libiche sulla sorte dei loro congiunti detenuti da settembre.
Secondo quanto emerso, e fu riportato poi da diversi organi di stampa, Rocco Casalino avrebbe inviato ai giornalisti uno screenshot della geolocalizzazione sua, e dunque del premier, in Libia. Lo scatto sarebbe finito sulla chat di Whatsapp in cui il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi interloquisce con i lavoratori dell’informazione. Una scelta incauta che, questa l’accusa mossa a Casalino dopo che fu sollevato il caso, metteva a rischio la buona riuscita dell’operazione e la sicurezza dei coinvolti. In terra libica, a Bengasi, atterrarono infatti sia Conte che Luigi Di Maio per incontrare il generale Khalifa Haftar. La notizia dello screenshot è stata sempre smentita da Rocco Casalino.
Lo spin doctor di Conte dovrà chiarire dinanzi al Copasir anche un’altra vicenda, più recente (risale al 14 gennaio, a pochi giorni dal voto di fiducia): quella del meme contro Renzi apparso sulla pagina istituzionale del premier e cancellata poco dopo; fonti di Palazzo Chigi attribuirono l’infelice uscita ad un hacker, e proprio sul presunto hackeraggio dei social del presidente del Consiglio l’ex concorrente del Grande Fratello diventato l’ombra di Conte dovrà riferire. Nel meme, si chiedeva agli utenti “Clicca qui se vuoi mandare a casa Renzi”. Un incidente da cui i responsabili web e social media di Palazzo Chigi si dissociarono appunto parlando di una intrusione informatica da parte di ignoti nei sistemi governativi.
Su quest’ultima circostanza dovrà riferire anche Giuseppe Conte, che dinanzi al Comitato dovrà però anche chiarire la vicenda dei pescatori mazaresi per mettere a fuoco gli aspetti salienti della liberazione insieme al ministro Di Maio e al direttore dell’Aise Giovanni Caravelli.
Per Matteo Renzi invece l’audizione riguarda il Russiagate e l’indagine del Copasir sulle presunte visite segrete a Roma del procuratore generale Usa Bill Barr nell’estate del 2019 per trovare prove a conferma delle tesi del presidente Donald Trump sul complotto di alcuni Paesi per affossare la sua corsa alle presidenziali; complotto orchestrato, secondo Trump, da Obama. In quegli anni, era il 2016, alla guida del Governo italiano c’era Matteo Renzi.
giovedì, 21 Gennaio 2021 - 08:21
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