Just Eat Italia parta dalla Lombardia e in particolare da Monza per portare anche in Italia il modello già attivo in altri 12 Paesi e 140 città. Si tratta del modello Scoober, ovvero il contratto di lavoro subordinato per i rider che comporta, per coloro i quali si occupano della consegna dei pasti, l’ottenimento di vantaggi e tutele dei lavoratori dipendenti con condizioni eque di assunzione. Condizioni che riguardano compenso orario, ferie, mallatia, maternità e paternità, indennità per lavoro notturno e festivi, coperture assicurative, dispositivi di protezione gratis, formazione obbligatoria e previdenza.
Il progetto che nel corso di quest’anno, raggiungerà in Italia 23 città, ha un obiettivo di oltre 1.000 rider assunti nei primi 2 mesi e prevede, entro aprile, a Milano nascerà il primo hub dove i rider potranno ritirare e utilizzare mezzi totalmente sostenibili di Just Eat.
«Si tratta di un grande investimento, economico e sulle persone che ci permetterà di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia» sottolinea Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia.
Just Eat avvierà il nuovo modello mediante un regolamento aziendale con diversi regimi di orario: contratti di lavoro dipendente full time, (40 ore settimanali), Part-time (variabile in base alla città e ai volumi di ordini previsti) e a chiamata. Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, sarà garantito un compenso orario di circa 9 euro. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7,50 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne. Un importo che potrà essere aggiornato e rivisto – nella sua composizione e funzionamento – in funzione dell’esito del confronto sindacale in corso.
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venerdì, 5 Febbraio 2021 - 10:58
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