Da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario: si aggrava la posizione di Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Bellegia, accusati del pestaggio mortale di Willy Monteiro Duarte. La Procura di Velletri contesta il reato più grave per l’aggressione avvenuta a settembre dinanzi a un locale di Colleferro, a seguito della quale il 21enne perse la vita. Ieri la nuova ordinanza di custodia cautelare è stata notificata ai 4 indagati dai carabinieri, a integrazione e modifica di quella emessa a settembre e ad esito delle nuove indagini, compiute anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze, accertamenti.
Nella nuova ricostruzione dei fatti pesa un’intercettazione del 22 settembre 2020 in cui Pincarelli, si legge nell’ordinanza, «ammette, o meglio, confessa, di aver colpito il giovane Willy quando questi era già in terra esplicitamente dicendo ‘solo ci so, ci so tirato’ e poco dopo aggiungendo in maniera ancora più esplicita: ‘solo lo so un po’ rovinato, gli so tirato quando steva da per terra a chiglio’, subito bloccato – scrive il gip – da suo padre che, rendendosi conto di quanto quelle affermazioni potessero compromettere la posizione processuale del figlio, alzando la voce lo invita a tacere».
«Gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima». Lo afferma il gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato, nell’ordinanza con cui contesta ai quattro di Colleferro il reato di omicidio volontario per la morte di Willy Duarte Monteiro.
Per il giudice «per la modalità dell’azione, realizzata da più persone coordinate, per la localizzazione e violenza dei colpi, inferti in più parti vitali, per le condizioni in cui versava la vittima, colpita» anche quando «si trovava inerme in terra nella seconda, e per l’esperienza nelle tecniche di combattimento dei fratelli Bianchi e del Belleggia, va senza dubbio esclusa la condizione minima per contestare l’omicidio preterintenzionale». Nell’ordinanza il gip scrive che «gli informatori sentiti nel corso delle indagini hanno confermato che Willy veniva aggredito nonostante fosse del tutto estraneo alla discussione in corso tra Belleggia e gli amici di Zurma, sicchè i quattro indagati nel colpirlo e infierendo con crudeltà su un ragazzo inerme, erano animati semplicemente, dalla volontà di dimostrare la forza del proprio gruppo».
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venerdì, 5 Febbraio 2021 - 08:38
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