Grillo ‘salva’ Draghi e blocca il voto su Rousseau: la mossa del comico ‘garante’ spacca un Movimento già nel caos

Beppe Grillo, fondatore del Movimento delle Cinque Stelle (foto Kontrolab)

La lacerazione del Movimento Cinque Stelle, oggi un foglio strappato in almeno cinque pezzi quante sono le correnti interne, da ieri ha assunto tutta un’altra dimensione. Lo scontro tra correnti si fa scontro tra big del partito, e per big si intende i padri fondatori e i loro eredi. E’ guerra tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio sul voto alla fiducia a Draghi sulla piattaforma Rousseau. Una votazione online riservata ai 100mila iscritti che doveva fungere, in apparenza, a calmiere della crisi interna: se non si trova il bandolo della matassa su cosa fare con Draghi, sembrava il senso, rimettiamo la parola alla base come ai vecchi tempi. Ma il rischio dietro l’angolo è palese: la base con tutta probabilità boccerebbe il tentativo dell’ex presidente della Bce e rifiuterebbe un ritorno al Governo con Lega e Forza Italia.

 Le votazioni erano previste per oggi (10 febbraio) e domani, ma il colpo di scena, che inevitabilmente ha il proprio contraccolpo anche sulla sorte di Draghi, irrompe sulla scena della pazza crisi di Governo. Lo scontro tra i Cinque Stelle ha costretto infatti Grillo a rinviare il voto degli iscritti su Rousseau per evitare una spaccatura che può essere fatale al tentativo dell’ex presidente della Bce.

«Pensavo fosse un banchiere di Dio invece è un grillino». Il video, atteso come se fosse una benedizione da buona parte del M5S,è  l’endorsement di Beppe Grillo a Mario Draghi e stoppa il voto degli iscritti. Il Garante del M5S, dopo la decisione di mettere su Rousseau la votazione sul governo guidato dall’ex governatore della Bce, è costretto a tornare a Roma e, a sorpresa, a partecipare nuovamente alle consultazioni con Draghi. Serve l’impronta del fondatore sul sì del Movimento al nuovo governo per piegare la trincea dei “contras”, folta al Senato e foltissima tra gli attivisti. Con la conseguenza che, un no della base a Draghi, porterebbe ad una sicura scissione nei gruppi pentastellati. La decisione di affidarsi al voto agli iscritti scatena una guerra fratricida nel Movimento che, secondo fonti parlamentari qualificate, innesca una tensione altissima tra Grillo e Davide Casaleggio, sebbene dall’Associazione Rousseau neghino qualsiasi attrito.

 E perfino il post con cui il capo politico annuncia, poco dopo ora di pranzo, che il M5S chiederà a Draghi quale sia il perimetro politico della maggioranza, finisce sotto attacco da parte dell’ala pro-governo del Movimento, la più numerosa alla Camera e, probabilmente, anche al Senato.  Serve che Grillo ritorni in campo. E l’ex comico lo fa. Nel video sottolinea alla base come Draghi abbia detto sì al reddito di cittadinanza e all’ambiente come pilastro del nuovo governo. Ma per votare su Rousseau chiede di aspettare. Serve insomma un altro segnale da parte del premier incaricato, che eviti la spaccatura del M5S. E un segnale potrebbe avvenire, secondo un’interpretazione che circola nel Movimento, quando Draghi parlerà al Quirinale dopo il giuramento. E, soprattutto, dopo che avrà stilato la lista dei ministri del nuovo governo. Un governo nel quale Grillo e i vertici del M5S puntano dritti ai temi della transizione ecologica.

mercoledì, 10 Febbraio 2021 - 08:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA