Avevano ottenuto, pur senza averne titolo, la somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer. Lo scandalo, scoppiato a Scicli (Ragusa) la scorsa Epifania, ha portato ad una serie di ricorsi al tar e alla pronuncia dei giudici amministrativi che ieri hanno sentenziato, contro i ‘furbetti dei vaccini’ che non hanno alcun diritto alla seconda dose del siero anti Covid, non avendo diritto nemmeno alla prima. La pronuncia della sezione di catania del Tar, emessa dal presidente Federica Cabrini ha ritenuto insussistenti sia il “fumus boni iuris” che il “periculum in mora”: in sostanza non vi è né la parvenza di un ragionevole diritto né il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile, per chi si è visto negare la seconda inoculazione.
Quando, dopo la vaccinazione fuorilegge avvenuta lo scorso 6 gennaio, venne fuori lo scandalo, l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza aveva con ordinanza vietato che gli ‘abusivi’ fossero vaccinati con la seconda dose (prevista per il 17 febbraio), i non aventi diritto avevano presentato ricorso. Il ricorso era ritenuto urgente e, in attesa della decisione collegiale, ora fissata per l’11 marzo, la presidente Cabrini lo ha deciso da sola, disponendo il no alla seconda somministrazione che dovrebbe avvenire entro 40 giorni circa.
I ‘furbetti quindi dovranno rifare il primo vaccino e attendere poi il richiamo. Tutto questo perché i ricorrenti – scrive il giudice Cabrini – «assumono (ma non fornendo alcun principio di prova) che, in mancanza (del richiamo, ndr), potrebbero verificarsi effetti gravemente dannosi per la loro salute, per il mancato completamento e per il rischio di essere nuovamente sottoposti a un secondo ciclo vaccinale composto da altre due dosi».
Argomenti confutati nel decreto: infatti «non risultano evidenze scientifiche di eventuali rischi, se non quello della possibile inefficacia del vaccino, effetto che riporterebbe i ricorrenti alla situazione quo ante a quella determinata dall’aver avuto accesso alla prima dose, pur non avendone diritto». «Il danno paventato – conclude il provvedimento monocratico del Tar Sicilia – è allo stato meramente ipotetico, non essendo dato sapere se e quando i ricorrenti saranno convocati per la somministrazione del vaccino nel rispetto delle previsioni del Piano strategico e non essendovi alcuna evidenza scientifica che l’effetto della prima dose vaccinale possa perdurare nel tempo».
Così, «nel bilanciamento del contrapposto interesse, che non è quello del risparmio di spesa, come indicato in ricorso, ma quello di garantire il regolare proseguimento della campagna vaccinale nei confronti degli aventi diritto, tenuto conto del contingentamento del numero delle dosi di vaccino, l’istanza di misure cautelari monocratiche proposta dai ricorrenti va respinta».
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha commentato: «La decisione del Tar Catania conferma la nostra valutazione e il valore non solo etico della scelta adottata. Siamo impegnati nella fase più importante della emergenza, quella della vaccinazione, e non sono ammesse scorciatoie. Da domani si parte anche in Sicilia con AstraZeneca e spero che presto riusciremo ad avere più dosi di vaccino per mettere in sicurezza tutti gli anziani, le persone fragili e le categorie più esposte. Mi aspetto che tutti facciano il loro dovere e che i risultati raggiunti nella vaccinazione sulla popolazione sanitaria possano essere un modello da replicare».
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lunedì, 15 Febbraio 2021 - 09:29
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