Non solo il Movimento Cinque Stelle, anche la Lega perde pezzi sull’onda della partecipazione al Governo Draghi. Un esodo in dimensioni ben più ridotte, ma che è comunque spia della contrapposizione in atto tra le file del centrodestra. Da un lato Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, entrati nell’esecutivo con tre ministri ciascuno, dall’altro Giorgia Meloni che resta all’opposizione, in trincea. Un leghista di peso come Gianluca Vinci, già vicepresidente della Commissione Affari costituzionali e leghista della prima ora, ieri ha votato contro la fiducia a Draghi nel corso delle votazioni della Camera dei Deputati. Subito dopo, ha annunciato il passaggio a Fratelli d’Italia.
«Ho deciso di votare no a questo Governo – ha spiegato annunciando il passaggio tra le file del partito di Giorgia Meloni – e non far parte di una maggioranza variopinta dove tutti odiano tutti ma si sta uniti, si danno nuove cariche e si cambiano i “programmi” della legislatura senza mai andare al voto. Il mio no non è stato una scelta, ma un atto dovuto, rispettoso del mandato ricevuto dagli elettori che alle elezioni hanno votato per avere un’alternativa alla Sinistra».
«Ritengo fondamentale che gli elettori di centrodestra non siano traditi e che abbiano una rappresentanza in Parlamento che porti avanti i loro valori e le loro idee. Per questi motivi questa inversione di rotta, non passata dalle urne, non può trovare il mio sostegno. Difficile fermare il sempre crescente sentimento di antipolitica quando ci si allea con i propri avversari di sempre, con una idea di immigrazione, di famiglia, di proprietà privata, di tassazione, di legalizzazione di droghe leggere, ecc ecc sempre totalmente opposta alla nostra».
Oltre a Gianluca Vinci, la Lega perde anche Vincenzo Sofo, europarlamentare, fidanzato di Marion Marechal, nipote dello storico leader della destra francese Jean Marie Le Pen. Anche Sofo passa tra le file di Fratelli d’Italia a Bruxelles: «Prendo atto di questa svolta – scrive commentando l’attuale posizionamento della Lega nel Governo – che però, nonostante sia difficile e doloroso lasciare un movimento dopo quasi dodici anni e molte battaglie fatte, mi impedisce di proseguire oltre la militanza per la Lega. Che non rinnego, che ringrazio e che continuo a ritenere un interlocutore politico importante su molti temi. Ma devo continuare il mandato affidatomi nel 2019 dagli italiani di battermi al Parlamento Europeo contro le tante storture e ingiustizie dell’Unione Europea attuale e ciò a mio avviso poco si concilia con le intenzioni di Zingaretti, Renzi e Di Maio che, come si evince dalla scelta dei ministri, costituiranno la spina dorsale di questo governo Draghi rendendo difficilissimo alla Lega riuscire a indirizzarlo verso la strada giusta. Ecco perchè, per continuare nella mia missione a Bruxelles, nei prossimi giorni offrirò il mio contributo alla famiglia di conservatori europei attualmente guidati da Giorgia Meloni».
venerdì, 19 Febbraio 2021 - 08:49
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