Dovrà comparire dinanzi i giudici della prima sezione della Corte di Assise di Napoli, facendo i conti con la gravissima accusa di omicidio volontario, Michele Antonio Gaglione, l’uomo accusato di avere ucciso la sorella Maria Paola provocandone la caduta dalla scooter durante una tragica notte dello scorso settembre. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di avere volontariamente provocato la morte della sorella, osteggiata per la sua relazione con Ciro Migliore, trans finito pochi giorni fa agli arresti per alcuni episodi di spaccio al Parco Verde. Respinta dal gup la richiesta della difesa dell’uomo, che chiedeva gli fosse imputato l’omicidio preterintenzionale.
Nella stessa giornata di ieri Michele Antonio Gaglione ha saputo di dover restare in carcere per decisione del tribunale del Riesame che ha respinto l’istanza dei suoi legali. Il 31enne Gaglione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nella notte tra l’11 e il 12 settembre 2020 inseguiva con la sua moto lo scooter su cui viaggiavano Paola e Ciro. L’uomo era contrario alla frequentazione tra la giovanissima sorella e il ragazzo transgender. L’epilogo di quell’inseguimento fu la rovinosa caduta di Paola dalla moto di Ciro dopo che, ricostruirono gli investigatori, il fratello aveva sferrato un calcio al mezzo. La ragazza finì con la testa su una base di metallo a bordo strada e morì sul colpo. Leggermente ferito il compagno che sin da subito, agli inquirenti e poi in diverse interviste, accusò Gaglione di essersi accanito contro lui e la sorella perché osteggiava la loro relazione. Un rapporto tra due donne, di cui una dichiaratamente gay, che avrebbe scatenato le ire dell’uomo che però si è sempre difeso dall’accusa, affermando che la transfobia non c’entrava nulla con l’assurdo gesto compiuto. Nel processo si è costituita parte civile anche Arcigay.
giovedì, 4 Marzo 2021 - 17:29
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