Napoli, parte la zona rossa e i tassisti scendono in piazza. L’accusa alla Regione: «Noi abbandonati, promesse dimenticate»

di Mariateresa Esposito

La Campania si sveglia in zona rossa e la giornata, a Napoli, si inaugura con le proteste dei tassisti. Sotto accusa il mancato sostegno alla categoria e le promesse mancate durante la pandemia di Covid19. E’ per rivendicare gli aiuti mai arrivati che i tassisti hanno sfilato in corteo bloccando la Tangenziale, il Corso Umberto I e Piazza Plebiscito.

Contestualmente i tassisti hanno suonato i clacson delle vetture per richiamare l’attenzione, per denunciare il collasso economico in cui sono piombati nel silenzio delle istituzioni: tra zone rosse, musei e teatri chiusi, ristoranti e bar chiusi di sera, città vietate ai turisti, ai tassisti resta ben poco lavoro soprattutto in una città come Napoli che negli ultimi anni ha salutato un nuovo e ingente flusso di visitatori. I tassisti chiedono ristori per fronteggiare un’emergenza sanitaria che compie oramai un anno, che non hanno mai ricevuto, né sotto forma di bonus né potendo rientrare tra i lavoratori in cassa di integrazione. Tra le urla di protesta anche di poter essere inclusi nella campagna vaccinale.

Il corteo è partito dall’aeroporto di Capodichino si è diretto prima verso il Comune di Napoli in Piazza Municipio e poi verso la Regione Campania a via Santa Lucia. Ed è proprio alla Regione che i tassisti rivolgono le critiche maggiori: «La Regione Campania – dice un autista – ci ha presi in giro – ha detto – a ottobre la Campania ci aveva firmato un documento in cui metteva categoria al sicuro con un contributo diretto. E’ passato un anno dall’inizio del Covid, ci hanno preso in giro, non abbiamo avuto nulla. Da oggi a Napoli siamo in zona rossa, noi chi trasportiamo? Cosa diciamo alle nostre famiglie?».

lunedì, 8 Marzo 2021 - 20:48
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