Esame avvocato, dal Cts l’ultima parola: no agli scritti. Tempi stretti per decidere come svolgere l’ unica prova orale

Toghe

No alle prove scritte per l’esame di avvocato. Il Comitato tecnico scientifico scioglie la riserva e conferma l’indirizzo intrapreso quando a capo del ministero della Giustizia era ancora Alfonso Bonafede: parere contrario allo svolgimento degli scritti per l’esame di abilitazione alla professione forense. Esame che si svolgerà dal 13 al 15 aprile prossimi e che, dunque, sarà condizionato dall’attuale situazione epidemiologica.

In un’Italia attanagliata ancora dai contagi, mentre avanzano le varianti del virus, il Governo spinge per la prudenza e cerca nuove soluzioni più restrittive per arginare il Covid 19. Quasi scontato, come preannunciato anche dal nostro quotidiano online, il parere negativo del Cts, investito della questione dal neo Guardasigilli Marta Cartabia. Già interpellato, nei giorni precedenti, dagli avvocati, il Cts ha ribadito la propria posizione.

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Entro la fine della settimana, dunque, il ministero della Giustizia dovrebbe decidere come sostituire le prove scritte e dunque portare un provvedimento ad hoc in Consiglio dei ministri. L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella di un doppio orale: il primo strutturato in modo da verificare le competenze che normalmente sono oggetto dei temi, il secondo uguale all’attuale, cioè al tradizionale esame orale.

Dovrebbe così arrivare la parola fine sul tormentato e lungo periodo di stallo vissuto dai 26mila praticanti italiani che dal 2020 convivono con una situazione incerta che paralizza la loro legittima aspirazione a diventare togati.

martedì, 9 Marzo 2021 - 09:31
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