Restano in carcere i poliziotti messicani accusati della sparizione forzata dei due italiani Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, entrambi di Napoli e dei quali si sono perse le tracce, insieme a quelle di Raffaele Russo, nel gennaio del 2018. Lo ha stabilito la corte nel giorno nel corso dell’udienza svoltasi presso il Tribunale di Ciudan Guzman (Stato di Jalisco). Per il terzo napoletano scomparso, Raffaele Russo, si procede con giudizio separato.
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La corte, ascoltate le parti, ha deciso di prolungare la misura cautelativa di detenzione preventiva a carico dei poliziotti sotto indagine. All’udienza era presenta anche Francesco Russo, parente degli scomparsi, collegato all’aula dal Consolato onorario del Messico a Napoli. Rappresentata anche l’ambasciata italiana in Messico. Il processo continuerà oggiproprio con la testimonianza di Francesco Russo sui fatti occorsi tre anni fa. Quest’ultimo era in auto con suo fratello Daniele, in un’altra località messicana, quando Antonio e Vincenzo inviarono il loro ultimo messaggio in chat, per far sapere che erano stati prelevati dalla polizia locale di Tecalitlan. Di Raffaele, intanto, già si erano perse le tracce da qualche ora: il suo telefono risultava infatti già spento. L’allarme scattò quando i due seppero che nel posto di polizia Antonio e Vincenzo non c’erano mai arrivati.
martedì, 23 Marzo 2021 - 08:35
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