Il Covid penetra la cortina del reparto di massima sicurezza del carcere Parma: contagiati 11 detenuti ristretti al 41 bis

Cella Carcere

Il Covid penetra anche tra le impenetrabili mura del 41 bis. All’interno del reparto di massima sicurezza del carcere di Parma sono già 11 i detenuti e 30 gli agenti della polizia penitenziaria positivi al Coronavirus. Un focolaio nelle celle destinate ad accogliere chi sconta il carcere duro, sul quale è intervenuto anche il Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Parma Roberto Cavalieri mentre Laura Cavandoli, parlamentare della Lega, ha presentato interrogazione al ministro della Giustizia Marta cartabia.

Il caso
Secondo quanto riporta la Gazzetta di Parma, ad oggi (26 marzo) sono 11 i detenuti in regime di 41 bis contagiati e 30 goli agenti nella stessa condizione. Nessuno dei detenuti positivi al virus è stato ricoverato in ospedale ma tutti sono stati trasferiti nel padiglione di media sicurezza. Giovedì scorso il garante dei detenuti del Comune di Parla Roberto Cavalieri ha visitato l’istituto di pena per accertarsi della situazione, alla luce delle notizie sui contagi, confermando il numero di casi positivi tra detenuti. Nel reparto 41 bis si trovano persone «con importanti vulnerabilità per età o per patologie e il timore – spiega il garante –  è che un’eventuale infezione potrebbe portare a complicanze non prevedibili». Nel reparto di massima sicurezza di Parma si trovano oggi 62 detenuti, 49 dei quali considerati vulnerabili per l’età o perché affetti da patologie gravi. Già lunedì scorso l’Ausl di Parma aveva diffuso una nota nella quale, rivolgendosi alle autorità giudiziarie, chiedeva di valutare «il trasferimento dei soggetti vulnerabili lontano dal focolaio».

L’interrogazione  
Laura Cavandoli della Lega ha presentato interrogazione al Guardasigilli: «A causa del cronico sovraffollamento degli istituti penitenziari – afferma in una nota –  a Parma come altrove, la maggiore contagiosità delle varianti del Coronavirus ha determinato una situazione preoccupante. Ho portato all’attenzione del ministro l’opportunità di rivedere le linee guida e i protocolli delle misure anti contagio alla luce delle nuove varianti e la necessità di dotare agenti e operatori di dispositivi di protezione più performanti. Inoltre, alla luce della recente relazione annuale della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna), che esplicitamente qualifica il regime del 41-bis come “un ruolo che va potenziato con nuovi investimenti per la creazione di strutture adatte allo scopo e non certo depotenziato”, ho proposto anche di valutare la possibilità di individuare nel piano carceri nuove strutture idonee per l’assolvimento della funzione prevista dall’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario, e da destinare in via esclusiva a tale scopo».

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venerdì, 26 Marzo 2021 - 10:55
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