Vaccini ai lavoratori della giustizia, la gaffe di Anm non aiuta la causa e il Cnf insorge: «Avvocati non sono furbetti saltafila»

Toghe

«Ora basta con la raffigurazione degli avvocati come se fossero ‘furbetti saltafila’». Settimane di polemiche sulle ‘corsie preferenziali’ per la vaccinazioni di alcune categorie professionali, poi il caso della nota dell’Associazione nazionale magistrati che sembrava minacciare lo sciopero bianco delle attività giudiziarie per lo stop alla campagna vaccinale dedicata ai professionisti della Giustizia. Prova a mettere uno stop alla ridda di insinuazioni e polemiche il Consiglio nazionale forense, pure intervenuto nei giorni scorsi per stigmatizzare l’iniziativa di Anm.

«Non è più tollerabile – dichiara il presidente del Cnf, l’avvocato Maria Masi –  la strumentalizzazione politica, e non solo, dei vaccini somministrati agli avvocati che, in virtù di provvedimenti regionali e comunicazioni del ministero della Salute in alcune regioni, come Toscana e Sicilia, sono regolarmente entrati nel piano vaccinale in quanto categoria destinataria del vaccino Astrazeneca che come è noto era inizialmente riservato a persone sotto i 55 anni e solo in seguito autorizzato anche per gli over 65».

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«Nessun avvocato – prosegue – ha mai inteso sottrarre e di fatto non ha mai sottratto dosi di vaccino destinati alla popolazione più fragile a cui comunque sono riservati i vaccini Pfizer e Moderna. La comunicazione fuorviante veicolata da alcuni media che normalmente ignorano la nostra categoria anche quando sarebbe utile richiamarne la funzione e dichiarazioni, il cui significato è stravolto e strumentalizzato per motivi tutt’altro che etici, hanno creato una querelle di basso profilo da cui prendiamo le distanze per non offendere la memoria delle colleghe e dei colleghi vittime del Covid e per difendere avvocate e avvocati vittime del pregiudizio».

Nei giorni scorsi, come detto, il Cnf non aveva comunque risparmiato critiche al sindacato dei magistrati, esprimendo «preoccupazione e stupore» per l’invito istrati a limitare l’attività giudiziaria e a sospendere i processi non urgenti per l’esclusione del comparto giustizia dai soggetti prioritari del nuovo piano vaccinale del governo.

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«Se l’Anm – questo il contenuto della nota  –  così come scrive nel suo documento, considera la giustizia un servizio essenziale non è allora verosimile una richiesta di un ulteriore rallentamento o addirittura una rinnovata sospensione dei processi che arrecherebbe danni come sempre in primo luogo ai cittadini, privati così del loro diritto di tutela, e rischia di apparire come una mera rivendicazione di privilegio. Senza dimenticare che l’attività dei tribunali è già rallentata da oltre un anno per la pandemia ed è certo che lo stato di emergenza sullo svolgimento in sicurezza delle udienze sarà prorogato al 31 luglio 2021».

«Il Consiglio nazionale forense riafferma che sia il ministero della Giustizia a farsi portatore delle esigenze dell’intero comparto giudiziario, composto non solo da magistrati ma anche da avvocati e personale amministrativo, nella richiesta di reinserimento nel piano vaccinale del governo in quanto lavoratori dei servizi essenziali destinatari in via prioritaria del vaccino, ribadendo però l’assoluta convinzione, già espressa nelle settimane scorse, che nella campagna vaccinale non ci siano disparità territoriali, come avvenuto finora, e che la priorità sia da riconoscere alle situazioni di oggettiva fragilità».

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mercoledì, 31 Marzo 2021 - 10:11
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