Erano i primi mesi della pandemia, il mondo occidentale iniziava a fare i conti con la paura del virus, i Paesi avrebbero da allora in poi dovuto affrontare una delle più gravi emergenze sanitarie dal dopoguerra. Sembra trascorso già un secolo, ma a tornare indietro ai primi mesi dell’aggressione del Coronavirus alle vite dei cittadini le sensazioni tornano palpabili. Tra le tante, oltre l’angoscia, l’incertezza, anche il timore della impreparazione degli Stati per la mancanza di argini resistenti di contrasto all’ondata di contagi.
Erano i mesi in cui le mascherine erano introvabili quelli in cui, secondo i carabinieri, il sindaco di Opera, grosso Comune della Città metropolitana di Milano, distribuiva ad amici e dipendenti comunali le mascherine chirurgiche destinate a residenze per anziani e farmacie (un luogo tragicamente esposto al rischio, come dimostreranno poi le cronache nazionali, e il punto di riferimento per i cittadini in cerca di dispositivi di protezione).
Anche questa l’accusa mossa nei confronti del primo cittadino Antonino Nucera dalla Procura di Milano, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, che ha messo in luce la presunta condotta illecita del sindaco finito questa mattina agli arresti domiciliari insieme alla dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, fidanzata del sindaco, e a tre imprenditori. Nucera, si legge in una nota, «nei primi mesi della pandemia ha distribuito a stretti congiunti e a dipendenti comunali 2.000 mascherine chirurgiche che erano destinate a Rsa e farmacie».
I militari dell’Arma hanno eseguito gli arresti nelle province di Milano, Lodi, Brescia, Varese, Messina, attenendosi all’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari del gip di Milano, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia meneghina. L’inchiesta – coordinata dai Procuratori Aggiunti, Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli, e dai Sostituti Silvia Bonardi e Stefano Civardi, e condotta dal Nucleo Investigativo dell’Arma – è stata avviata nel febbraio 2020. Le indagini, secondo quanto riferito dai Carabinieri «hanno fatto emergere come, nell’arco temporale febbraio – ottobre 2020, il sindaco di Opera, con l’adesione incondizionata della dirigente dell’Ufficio tecnico e l’accondiscendenza di alcuni funzionari e consulenti del Comune, abbia sistematicamente interferito in alcune procedure di gara bandite, per orientare l’assegnazione di lavori pubblici in favore di imprenditori conniventi, ricevendo da questi ultimi sostanziose utilità. In tale contesto, sono state inoltre documentate gravi condotte delittuose di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati mediante lo stoccaggio, il riutilizzo e l’interramento – in aree di cantiere nel Comune di Opera e in aree agricole all’interno del Parco Sud di Milano – di circa mille tonnellate di fresato d’asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza, attestando falsamente il regolare recupero dei predetti rifiuti speciali mediante “formulari” falsi ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, questi ultimi indagati a piede libero».
Le accuse mosse al sindaco Nucera (eletto nel giugno del 2018 con la lista sostenuta da Lega e Forza Italia), ai tre imprenditori edili e alla dirigente dell’Ufficio tecnico sono (a vario titolo) di peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, sono stati arrestati questa mattina dai Carabinieri. Tra gli illeciti anche l’interramento di rifiuti nel Parco agricolo Sud Milano e l’episodio delle mascherine sottratte ad anziani e farmacie per essere distribuite a parenti e dipendenti.
Nucera, 50 anni, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), nel maggio 2020 è salito agli onori delle cronache per un’ordinanza molto restrittiva che imponeva ai cittadini di non uscire di casa, scatenando una campagna social da parte degli abitanti. In quell’occasione aveva dichiarato che l’ordinanza emessa aveva un unico obiettivo: garantire la sicurezza e la tranquillità di tutta la comunità operese. Secondo le indagini, in totale, sarebbero state da lui indebitamente ‘distratte’ 2.880 mascherine, prevalentemente alla farmacie comunali che avrebbero dovuto distribuirle alla popolazione ma, in più occasioni, come testimonierebbero anche delle intercettazioni, anche alla Rsa presente nella frazione di Noverasco (Milano). Per le accuse di corruzione e altro contenute nell’ordinanza ai domiciliari, sono coinvolti a vario titolo anche il capo dell’ufficio tecnico di Opera, Rosaria Gaeta, fidanzata di Nucera, e tre imprenditori: Giuseppe Corona, Giovanni Marino e Rosario Bonina.
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giovedì, 8 Aprile 2021 - 08:27
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