Le mani della camorra e della ‘ndrangheta sul business petrolifero: 71 arresti. Coinvolta la cantante Ana Bettz

Anna Bettozzi, in arte Ana Betz

Anna Bettozzi, cantante, attrice e vedova del petroliere Sergio Di Cesare, è tra le 71 persone arrestate nell’operazione Petrol-Mafie Srl, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi. Nella stessa operazione, che ha visto impiegati circa mille militari di guardia di finanza e carabinieri, sono stati eseguiti sequestri di immobili, società e denaro contante per un valore di circa un miliardo di euro. L’attività, coordinata dalle Dda di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria, ha portato anche al sequestro degli impianti della società petrolifera della famiglia Bettozzi, Max Petroli, ora Made Petrol Italia Srl. Le indagini in particolare si sono concentrate sui presunti legami fra il clan camorristico Moccia e la Max Petroli Srl.

La Bettozzi, secondo le accuse, trovandosi a gestire una società in grave crisi finanziaria, era riuscita a ottenere forti iniezioni di liquidità da parte di vari clan di camorra, tra cui quelli dei Moccia e dei Casalesi, che le avevano consentito di risollevare le sorti dell’impresa, aumentando in modo esponenziale il volume d’affari, passato da 9 milioni di euro a 370 milioni di euro in tre anni, come ricostruito dal III Gruppo Tutela Entrate della Gdf di Roma su delega della Dda capitolina.

La donna avrebbe sfruttato non solo il riciclaggio di denaro della camorra, ma anche i classici sistemi di frode nel settore degli oli minerali, attraverso la costituzione di 20 società “cartiere” per effettuare compravendite puramente cartolari in modo tale eludere con la Made Petrol le pretese erariali, potendo così rifornire i network delle cosiddette ‘pompe bianche’ a prezzi ancor più concorrenziali.

Nel maggio 2019, l’imprenditrice fu fermata a bordo di una Rolls Royce alla frontiera di Ventimiglia mentre andava al Festival di Cannes: venne trovata in possesso di 300mila euro in contanti e in albergo a Milano le furono trovati altri 1,4 milioni di euro, poi sequestrati.

“Si tratta del capo indiscusso dell’organizzazione, della persona più di tutti ‘esperta’ della materia anche grazie a quanto imparato dal marito Sergio Di Cesare” si legge nell’ordinanza del gip Tamara De Amicis a proposito di Anna Bettozzi.

“Nulla si muove senza il suo assenso – scrive ancora il gip che ha disposto il carcere per la donna – è lei che intavola il rapporto con Alberto Coppola e, tramite lui, con tutto il gruppo napoletano dal quale riceve cospicui finanziamenti per la propria attività illecita, remunerando adeguatamente gli investimenti fatti da costoro”. Per l’indagata “sembra persino superfluo formulare considerazioni ulteriori rispetto a tutto quanto emerso nel corso dell’indagine” sottolinea il giudice.

Le indagini hanno dimostrato che Bettozzi “dispone di ingentissime provviste di denaro liquido, nascosto nei luoghi più disparati”.

“Dalle indagini sono emerse le cassette di sicurezza di un hotel milanese (dove è stato già effettuato un sequestro) – si legge – la propria abitazione e quella di vari parenti (in una conversazione Filippo Bettozzi, parlando con lei, afferma – parlando dell’allocazione del denaro – di aver “sistemato” la nonna e tale zia Tonia). Si tratta di luoghi ‘sicuri’, posto che – come emerge da un’altra conversazione – la Bettozzi è particolarmente attenta alla collocazione del denaro. In più l’indagata vanta una fitta rete di soggetti pronti ad aiutarla nell’occultamento di tali ingenti risorse”.

giovedì, 8 Aprile 2021 - 17:08
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