Chat Palamara, i giudici di ArticoloCentoUno chiedono le dimissioni del presidente dell’Anm: «Ha insabbiato»

Il magistrato Giuseppe Santalucia

Venti di bufera nell’Associazione Nazionale Magistrati. Quattro componenti del Comitato direttivo centrale dell’Anm eletti nella lista ArticoloCentouno hanno chiesto le dimissioni del presidente Giuseppe Santalucia. I giudici Maria Angioni, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale hanno posto la loro firma in calce alla richiesta di dimissioni prendendo atto «con profonda amarezza del comportamento tenuto dal presidente dell’Anm Santalucia». A quest’ultimo rivolgono l’ accusa di essere mosso da una «volontà di insabbiamento e di elusione delle questioni generali poste dal disvelamento delle chat di Luca Palamara» così da agevolare «gli interessati a sottrarsi alle specifiche responsabilità conseguenti ai fatti emergenti dalle chat». Un «tradimento di fiducia» da parte del presidente dell’Anm nei confronti del Comitato direttivo, spia della sua «inadeguatezza» a rappresentare l’associazione nazionale magistrati. «L’Anm – scrivono  – non può permettersi di continuare a essere guidata da chi ha tenuto la condotta (…) tra l’altro lesiva di regole basilari della democrazia interna all’associazione e, al contempo, oggettivamente accondiscendente verso chi intende sottrarsi alle proprie responsabilità nei confronti della stessa Anm».

I fatti
Due i comportamenti di Santalucia additati dai componenti del Comitato direttivo: il niet alla possibilità per l’Anm di servirsi delle chat del telefono di Palamara (uscite su diversi quotidiani), al fine di valutare sia determinazioni di carattere generale che eventuali provvedimenti disciplinari verso componenti dell’Anm «come pure era sempre accaduto in passato, anche all’indomani della divulgazione dei fatti dell’Hotel Champagne». E il fatto che Santalucia avrebbe «ostinatamente negato che le chat fossero state poste a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Luca Palamara e perciò trasmesse, insieme alla predetta richiesta, al Gup del Tribunale di Perugia, con conseguente possibilità del titolare dei diritti della persona offesa, quale è stata qualificata l’Anm dalla stessa Procura della Repubblica di Perugia, di visionarle ed estrarne copia senza limitazione alcuna». «Infine – continua la nota –  con una scelta senza precedenti, il presidente dell’Anm Santalucia ha deciso di comprimere il nostro diritto di componenti del Comitato direttivo centrale – e con esso quello di tutti gli altri – alla piena conoscenza di atti di pertinenza dell’associazione e nella disponibilità della stessa, realizzando una palese violazione delle regole di funzionamento dell’Anm e un gravissimo vulnus alla democrazia interna alla stessa».

Gli omissis
Il  Comitato direttivo ha presentato richiesta di copia del carteggio intercorso dopo la riunione del 6 e 7 febbraio 2021 in merito alle chat di Luca Palamara, tra articolazioni dell’Anm e altri soggetti. A quella richiesta, seguita da solleciti, Santalucia dopo un iniziale silenzio e «riscontri elusivi» ha trasmesso al Comitato «insieme alla richiesta di rilascio di copia delle chat tra Palamara e appartenenti all’ordine giudiziario inviata dal Presidente del Collegio dei Probiviri alla Procura di Perugia, il provvedimento di parziale autorizzazione del Gup del Tribunale di Perugia e il parere al riguardo della
Procura di Perugia». Il documento però presentava degli omissis sui quali il Comitato direttivo centrale ha chiesto chiarimenti; Santalucia di quelle parti ‘omissate’ «si è assunto la paternità, invocando del tutto inopinatamente e infondatamente un’esigenza di tutela di dati personali e un ruolo decisionale in tal senso autonomo rispetto al Cdc e, di fatto, un inaudito diritto di conoscenza delle vicende dell’Anm sovraordinato rispetto agli altri componenti del Cdc e un altrettanto inaudito potere di limitare a sua discrezione l’analogo diritto degli altri componenti».

Dopo lo scontro senza esito con il presidente dell’Anm, spiegano i componenti del Comitato, hanno deciso di rivolgersi direttamente all’Autorità giudiziaria perugina. Il 6 aprile 2021, su autorizzazione del giudice, la Cancelleria del Gup del Tribunale di Perugia ha trasmesso gli atti. «Siamo rimasti grandemente e gravemente sorpresi – dichiarano –  Non dal fatto che il Gup di Perugia abbia autorizzato il rilascio di copia degli atti da noi richiesti né dal fatto che tale rilascio sia avvenuto senza alcun “omissis”, cose che ritenevamo assolutamente scontate. Ma dall’inspiegabile e gravissimo operato del Presidente Santalucia, che è andato oltre quanto già sapevamo». L’acquisizione degli atti dall’Autorità giudiziaria di Perugia, aggiungono «ci ha messo di fronte al fatto che, oltre a tagliare in modo manifesto porzioni del parere della Procura della Repubblica riguardanti questioni per nulla personali e che, anziché essere nascoste, avrebbero dovuto essere poste tempestivamente all’attenzione dell’intera Anm, il Presidente
Santalucia, prima di trasmettercene copia, aveva altresì sottoposto a una certosina operazione chirurgica di espunzione di alcuni assai rilevanti passaggi – non manifesta – lo stesso provvedimento del Gup di Perugia».

Le parti ‘tagliate’
Secondo la ricostruzione del Comitato direttivo centrale dell’Anm, sarebbe stata ‘omissata’la parte in cui si dà atto espressamente che le chat sono state trasmesse al Gup già ad agosto 2020 con la richiesta di rinvio a giudizio, «dato che i maggiorenti dell’associazione si sono ostinati a negare e a non volere verificare, così di fatto ritardando di mesi l’acquisizione del materiale. È stata celata alla conoscenza dei componenti del Cdc l’intera questione attinente alle determinazioni dell’Autorità giudiziaria perugina rispetto al caso dei magistrati dimissionari dall’Anm, sia in rapporto al diritto dell’Anm di avere copia delle chat che li riguardano sia in rapporto alle richieste di tali colleghi di cancellazione delle chat. Infatti, nelle parti “censurate” dal Presidente Santalucia, il parere della Procura e il provvedimento del Gup di Perugia affrontano pure questi problemi, anche in relazione al fatto che, come risulta dagli stessi provvedimenti, il magistrato “Omissis” ha chiesto alla Procura la cancellazione della chat che ha avuto con Luca Palamara». « Il presidente Santalucia – si legge –  anziché informare immediatamente l’intero Comitato direttivo centrale di tali così importanti questioni, le ha tenute nascoste anche ai componenti del Cdc che hanno chiesto espressamente informazioni al riguardo, e di fatto sta ancora impedendo che l’Anm possa attivarsi rispetto a tali questioni».

La risposta di Santalucia
«Esprimo forte indignazione – ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati –  per le gratuite e infondate accuse, gravemente offensive anche della mia professionalità e credibilità personale, che mi vengono mosse da quattro componenti del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati di cui sono presidente. Il mio comportamento è stato sempre ispirato al massimo rispetto dello Statuto dell’Associazione, delle leggi, degli atti normativi sovranazionali, delle indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, oltre che della piena autonomia del Collegio dei probiviri e del suo lavoro. Grazie al mio impegno, in linea con quello della Giunta esecutiva precedente, il Collegio dei probiviri è stato posto nelle migliori condizioni per operare. Nessun altro commento intendo riservare alle scomposte accuse dei quattro componenti del Comitato direttivo centrale, le cui richieste ho già motivatamente riscontrato».

martedì, 13 Aprile 2021 - 09:58
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