Contrabbando in quarantena, 19 indagati. Guadagnavano 10mila euro al mese ma percepivano il reddito di cittadinanza

Guardia di finanza
La guardia di finanza (foto Kontrolab)

Poveri sulla carta, tanto da avere diritto al reddito di cittadinanza. Nella realtà contrabbandieri capaci di rastrellare decine di migliaia di euro al mese smerciando ‘bionde’. E’ quanto emerso dall’operazione della Guardia di Finanza che ha azzerato un’organizzazione dedita al contrabbando di sigarette e attiva tra Palermo e Napoli. Diciannove degli indagati nell’operazione, hanno scoperto le fiamme gialle palermitane, ottenevano l’assegno Inps perché risultavano nullatenenti e per questo sono stati (anche) denunciati per illecita percezione del sussidio. Sussidio che, dopo la segnalazione della Finanza, sarà subito revocato. Il danno per le casse dell’Inps ammonta a oltre centomila euro.

Nel corso dell’operazione la Gdf ha eseguito quindici misure cautelari nei confronti dell’organizzazione criminale, componenti di una banda che nel periodo di indagini (dal novembre 2019 al maggio 2020, senza fermarsi durante il lockdown) è riuscita a far arrivare nel capoluogo siciliano cinque tonnellate e mezza di bionde di note marche ma senza timbro dei Monopoli di Stato.  

L’inchiesta
 Le indagini dei militari hanno permesso di documentare 78 viaggi di andata e ritorno fra Palermo e Napoli.  Tre indagati sono finiti in carcere perché ritenuti i capi della banda, ad altri sette è stata notificata la misura degli arresti domiciliari, mentre cinque hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Cinque degli indagati sono napoletani e 10 palermitani. Nel corso dell’inchiesta altre tre persone sono state arrestate in flagranza mentre trasportavano le sigarette e 28 sono indagate.

   I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette e traffico di stupefacenti. In una spedizione i finanzieri hanno trovato un chilo di hashish. Il gip di Palermo ha disposto anche il sequestro di due magazzini nella zona di Corso dei Mille-Brancaccio dove il gruppo custodiva le stecche di sigarette che poi venivano vendute dagli ambulanti abusivi nei quartieri palermitani dello Zen, a Bonagia, a Brancaccio, a Borgo Nuovo e nelle borgate marinare dell’Arenella, Acquasanta e Vergine Maria. Un traffico di tabacchi che in sette mesi ha prodotto un giro d’affari di 2,4 milioni di euro.

Le trasferte in piena pandemia
Secondo quanto emerso, l’organizzazione per i viaggi usava auto noleggiate. Le macchine venivano caricate a Palermo sul traghetto per il capoluogo campano. Il viaggio di ritorno avveniva via terra, in autostrada. Poi le “bionde” finivano sulle bancarelle a prezzi decisamente concorrenziali: 27 euro a stecca contro i 50 euro in vendita nei tabaccai. Un mercato molto florido che è andato avanti anche durante la pandemia. Solo che gli spostamenti con le auto erano diventati molto pericolosi e difficili e così l’organizzazione ha utilizzato un corriere per le spedizioni. Una società che, ignara del traffico, faceva arrivare le sigarette a Palermo. Gli uomini della banda si presentavano al deposito in cui erano conservate e si portavano via i colli con la merce.

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lunedì, 26 Aprile 2021 - 08:46
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