Procura di Roma, il Consiglio di Stato boccia il Csm e la nomina di Prestipino: Viola escluso senza motivazione

Il magistrato Michele Prestipino

La decisione del Consiglio di Stato si è abbattuta come una bomba sulla procura di Roma ma in special modo sul Consiglio superiore della magistratura martedì 11 maggio: la nomina di Michele Prestipino alla guida della procura capitolina va cancellata e il ‘concorso’ per l’ambito posto va ripetuto. I giudici, in linea con quanto già disposto nel febbraio scorso dal Tar del Lazio, hanno accolto il ricorso presentato dal candidato, poi escluso, Marcello Viola ritenendo che quest’ultimo sia stato «immotivamente» escluso a monte dalla corsa.

Per inquadrare al meglio la vicenda è necessario riannodare i fili di una complessa vicenda ‘concorsuale’ che ha risentito pesantemente del caso Palamara. Quando è scoppiato lo scandalo, dinanzi al Csm era già in corso la procedura per la scelta del successore di Giuseppe Pignatone. Tuttavia i nomi di alcuni dei magistrati in corsa spuntarono fuori dalle chat, qualcuno perché inviso a Palamara, qualche altro perché sponsorizzato: Viola, ad esempio, era dato in pole a sua insaputa. Fatto sta che, per ragioni di opportunità, si decise di azzerare la procedura e di ricominciare tutto da capo. In questa seconda fase Marcello Viola, tra i favoriti nel primo round (fu il più votato dalla V Commissione), non arrivò neanche tra i finalisti: nella seduta del 14 gennaio 2020 la V Commissione propose al Csm i nomi di Giuseppe Creazzo, Francesco Lo Voi e Michele Prestipino, il quale ebbe poi la meglio dinanzi al plenum (e pensare che nel primo round il suo nome non comparve affatto).

A fronte di questo stato di cose sono scattati i ricorsi, a cominciare da quello proposto da Marcello Viola (procuratore generale a Firenze). E Viola ha ottenuto, per ora, la sua ‘rivincita’ sul Consiglio superiore della magistratura che ancora una volta è chiamato a fare i conti con un criterio di selezione che, evidentemente, non è blindato. Nelle motivazioni il Consiglio di Stato fa sostanzialmente due rilievi, uno di metodo e uno di merito. Come aveva già sostenuto il Tar, Viola è stato “immotivatamente” escluso. Inoltre i giudici non sono d’accordo con il Csm quando, nel valutare le carriere dei due magistrati, parte dal presupposto della «sostanziale equivalenza” tra il ruolo di procuratore aggiunto, svolto da Prestipino come “vice” di Pignatone, e di procuratore generale, svolto da Viola. Il Csm avrebbe dovuto, nella sua delibera, dare conto delle ragioni che – «eventualmente ed eccezionalmente» – attribuiscono alle funzioni svolte da Prestipino, una valenza superiore rispetto a quelle di un procuratore generale, come Viola.

Ora si dovrà attendere che il Consiglio di Stato si pronunci anche sul caso di Lo Voi, contro il quale pure è stato proposto appello. L’udienza è fissata per oggi. Poi il Csm dovrà valutare cosa fare. La procedura prevede sempre la proposta della commissione e poi la decisione del Plenum. Un passaggio non indolore, considerato che anche l’impugnativa alla sentenza del Tar era passata a maggioranza, con 13 voti favorevoli, 6 contrari e diverse astensioni.

giovedì, 13 Maggio 2021 - 11:48
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