Comunali 2021, il no di Manfredi smaschera l’unica urgenza di Napoli: non un sindaco ma una legge anti-dissesto

Gaetano Manfredi

No di Gaetano Manfredi alla candidatura a sindaco di Napoli per la coalizione formata dal centrosinistra con i Cinque Stelle. L’ex ministro dell’Università scioglie la riserva, dopo essersi preso alcuni giorni di riflessione, e in una lettera inviata anche alla stampa chiarisce i (gravi) motivi che gli impongono un passo indietro. Il principale: la situazione finanziaria della città di Napoli, quel rischio default che renderebbe praticamente impossibile ogni azione riformatrice da parte di una amministrazione comunale. Un sindaco, nelle condizioni attuali e senza una norma che eviti il dissesto, si troverebbe ad essere mero passacarte.

«Al momento – scrive Manfredi lanciando al contempo un messaggio al Governo e non solo alla coalizione –  la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani». «Il Comune – spiega – presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i cinque miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto».

Dunque, o si interviene (e non può che essere fatto a livello nazionale) con una norma salva-Napoli oppure l’alleanza giallorossa, primo caso in una grande città al voto, naufragherà quando nemmeno è riuscita a prendere il largo. Solo due giorni fa, infatti, con un incontro a sorpresa in un bar di Posillipo, il patto elettorale tra Pd e M5s era stato siglato con grande soddisfazione, soprattutto perché a Napoli di fatto si è riusciti a fare quello che a Roma, o a Milano o a Torino è miseramente fallito: replicare localmente l’alleanza di Governo per battere il centrodestra. Il cemento dell’alleanza doveva essere proprio la candidatura prestigiosa di Gaetano Manfredi, persona stimata trasversalmente intorno al cui nome parevano essersi ricomposte le divisioni. Ora col passo indietro e grido di allarme dell’ex rettore della Federico II toccherà, a meno di ripensamenti dello stesso ex ministro, trovare un nome nuovo. Magari far riferimento al sottosegretario ed ex ministro Vincenzo Amendola.

Di sicuro, dice il presidente della Camera Roberto Fico (anch’egli inserito nel toto-nomine ma su cui pesa il veto di Vincenzo De Luca), l’alleanza continuerà: «Per quanto riguarda l’accordo tra M5s-centrosinistra c’è l’assoluta garanzia che si proseguirà nel percorso avviato – afferma –  Il tema dei comuni però non è un tema di parte: riguarda tutto il Parlamento e tutte le forze politiche. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità». Responsabilità che arrivano giocoforza a Roma, all’esecutivo e al Parlamento, che dovrebbe rispondere all’accorato appello di Gaetano Manfredi che, al di là della rinuncia alla candidatura, scrive una pagina importante e segnala una situazione spinosa: la più grande città del Sud, la terza città più popolosa d’Italia, una città già sofferente, rischia il dissesto per quei cinque miliardi di debiti. E questo l’Italia e il Mezzogiorno non possono permetterselo, serve una legge che sostenga Partenope o al posto di un sindaco e di una Giunta si dovrà fare i conti con dei meri liquidatori.

«Serve- scrive Manfredi – un intervento legislativo di riequilibrio, un immediato, incisivo e concreto Patto per Napoli: imprenditori, civici, rappresentanti delle associazioni e del mondo del lavoro. Perché i soldi non bastano, sono soltanto una precondizione».

Un appello accorato condiviso e raccolto da Francesco Boccia, deputato Pd ed ex responsabile Enti locali della Segreteria nazionale dei Dem, che con Manfredi ha fatto parte da ministro del Governo Conte II e che parla della lettera dell’ex collega anche come di un «vero  atto d’amore verso la città di Napoli che va al di là delle appartenenze politiche. Il Sud e l’Italia intera hanno bisogno di Napoli capitale del Mezzogiorno, capace di investire e intercettare a sua volta investimenti di ogni tipo alla vigilia della fase più complessa e delicata della storia del Paese per l’uscita dalla crisi sociale ed economica post Covid-19. Concordo con quanto dichiarato dal Presidente della Camera, Roberto Fico, da sempre attento ai problemi di Napoli, sulla necessità che il dissesto finanziario debba riguardare tutti i partiti politici, nessuno escluso. È necessario essere immediatamente conseguenti in Parlamento sui provvedimenti attesi. Provvedimenti ancora più urgenti dopo i recenti rilievi della Corte Costituzionale. In particolare, per Napoli servirà una gestione straordinaria del debito individuando, nello stesso tempo, le responsabilità della drammatica condizione in cui versa la città».

Anche l’ex premier Conte, che volle Manfredi ministro dell’Università, lancia un messaggio: «La sua denuncia sul dissesto, sui vincoli di bilancio e sulla prospettiva di mera liquidazione che compromettono il futuro del Comune di Napoli – dichiara il leader dei pentastellati – merita una chiara assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche».

L’appello di Gaetano Manfredi, insomma, non può cadere nel vuoto. In queste ore, il Partito democratico sta lavorando ad un emendamento salva -Napoli, che dovrebbe avere come relatore Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo deputati del Pd, figlio del governatore della Campania: «La politica raccolga questa richiesta di intervento e accetti la sfida difficile ma indispensabile di assicurare adeguato sostegno a Napoli, la Capitale del Mezzogiorno – dice De Luca jr – per evitare che la responsabilità amministrativa – che deve essere chiarita con nomi e cognomi e sanzionata – ricada e incida negativamente sulla vita dei nostri cittadini. È un problema che riguarda l’intera collettività e che peraltro tocca sia pur in maniera diversa anche altri Comuni nel Paese. Nessuna forza politica si sottragga a questa sfida».

mercoledì, 19 Maggio 2021 - 08:03
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