Fortuna Loffredo, il Tribunale salva il film dal silenzio chiesto dai genitori: «Non lede il diritto all’oblio»

Fortuna Loffredo
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Il film su Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni uccisa nel 2014 nel Parco Verde di Caivano e vittima di ripetuti abusi da parte di Ramondo Caputo, all’epoca dei fatti compagno di una vicina di casa della famiglia della piccola, sarà trasmesso nelle sale cinematografiche.

La prima sezione civile del Tribunale di Napoli (giudice Valeria Rosetti) ha respinto la richiesta di bloccare l’uscita del film “Fortuna – the Giant and the Girl” avanzata da Pietro Loffredo, il padre di Chicca. Secondo il ricorso, presentato dall’avvocato Angelo Pisani, il film avrebbe violato la privacy e il diritto all’oblio della figlia di Pietro, Fortuna Loffredo.

Il padre della bimba è stato condannato a pagare spese, circa 20mila euro. Si tratta, secondo l’avvocato Pisani, di un provvedimento «ingiusto e doloroso, che impugneremo in ogni sede per avere giustizia e non violazioni dei diritti». «Ricorreremo – ha aggiunto il legale – oltre il tribunale di Napoli il quale oggi, dopo avere dichiarato che non esiste nel nostro ordinamento una tutela al diritto alla sofferenza, al dolore ed ai valori personali, ha addirittura condannato un genitore che tenta di difendere i figli da manipolazioni ed affari cinematografici». «E’ impensabile pensare che l’arte possa avere libertà di violare ogni diritto, – afferma infine l’avvocato – i grandi pensano di vincere sui piccoli ma i bambini crescono e presenteranno il conto alla società delle ingiustizie subite e della mortificazione di ogni valore». Alla produzione del film era stata inviata anche una diffida, ma i produttori dell’opera hanno fatto spallucce ritenendo che nel film non c’è alcun riferimento al fatto di cronaca, essendo una rappresentazione artistica, libera, di fantasia che prendeva solo spunto dal noto dal triste fatto di cronaca. Una tesi contestata dagli avvocati di Pietro Loffredo e Domenica Guardato secondo i quali, invece, il film è connotato da particolari caratteristiche, da simbolismi e da giochi, anche sonori, attraverso i quali vengono rappresentati eventi realmente accaduti.

Sul fronte giudiziario si è già arrivati a condanna definitiva. Nel gennaio del 2019 la Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Caputo detto Titò sia in relazione all’omicidio di Fortuna Loffredo, volata già dall’ottavo piano del palazzone al Parco Verde mentre cercava di sfuggire a un tentativo di violenza sessuale, sia in relazione agli abusi ai danni di due figlie della ex compagna, quest’ultima condannata in via definitiva a 10 anni perché era a conoscenza delle violenze subite dalla figlia piccola ma non aveva né denunciato gli abusi né fatto alcunché per impedire che si ripetessero.

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venerdì, 28 Maggio 2021 - 11:59
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