Poliziotto ucciso in servizio a Napoli, sit-in dei familiari dinanzi al Tribunale nel giorno della sentenza. Chiesti tre ergastoli


Chiedono giustizia per Pasquale e per tutti i poliziotti devoti al loro lavoro, i familiari e gli amici di Pasquale Apicella, che tutti chiamavano Lino, oggi riunitisi davanti all’ingresso del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove è attesa la sentenza del processo ai tre uomini che la Procura ritiene responsabili di omicidio volontario.

L’agente rimase ucciso la notte del 27 aprile 2020 mentre, insieme con i colleghi, cercava di bloccare la fuga di tre ladri che, poco prima, avevano tentano di svaligiare lo sportello bancomat di una banca. «L’amore per il prossimo fa la differenza. Giustizia per Pasquale Apicella» e «I ricordi felici del tempo che abbiamo trascorso insieme inondano il nostro cuore addolorato e si trasformano in lacrime. La nostra vita senza di te non sarà più la stessa. Ci manchi. Ciao Lino» si legge sui striscioni che parenti e amici hanno esposto davanti al Tribunale.

«Stamattina siamo qui in circa una ventina di persone, tra amici e parenti di Lino, per chiedere giustizia. La difesa vorrebbe far derubricare il reato ad omicidio stradale, ci sembra assurdo, si tratta di rapinatori che stavano sfuggendo alla legge, per i quali un poliziotto rappresentava un pericolo da eliminare, le dinamiche dei fatti lo dimostrano. Non vogliamo vendetta ma soltanto delle giuste condanne, in nome di Lino e di tutti coloro che ogni giorno scendono in strada per far vincere le legge». Sono le parole di Emilia, cugina di Pasquale Apicella. A riportarle è il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

Nel pomeriggio ci sarà la sentenza al processo che si sta celebrando dinanzi ai giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Lucia La Posta). Sul banco degli imputati vi sono Fabricio Hadzovic, 40 anni, l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la «volante» della polizia sulla quale si trovata Pasquale Apicella, Admir Hadzovic, 27 anni, e il 39enne Igor Adzovic. Tutti loro rispondono di omicidio volontario e nei confronti di ciascun imputato la procura – nell’udienza dello scorso 3 maggio – ha chiesto la pena dell’ergastolo. Le richieste sono state formulate dai pubblici ministeri Cristina Curatoli e Valentina Battiloro.

lunedì, 7 Giugno 2021 - 12:56
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