Saman, il mea culpa della politica: «La 18enne ha denunciato ma è rimasta sola». E il ministro risponderà al Question time

Luciana Lamorgese
Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese

Mentre proseguono le ricerche del corpo di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa il 30 aprile scorso da Novellara (nella bassa Reggiana), la politica si interroga sul tema dei matrimoni forzati. Ché alla base della scomparsa della 18enne, ritenuta morta dagli inquirenti per mano dei suoi stessi parenti, ci sarebbe proprio il rifiuto della giovane ad accettare un matrimonio combinato con un giovane nella sua terra natìa.

«L’orribile vicenda di Saman ci dice che la norma contro i matrimoni forzati, che ho fortemente voluto inserire nel Codice Rosso, ma anche le disposizioni sull’obbligo scolastico e ogni legge che tutela la libertà femminile nel nostro Paese devono essere applicate con rigore ed efficacia, sempre e comunque. Le ragazze vanno ascoltate e difese, chi le perseguita o le segrega in casa va fermato: nella scuola, nei servizi sociali, nei commissariati, bisogna alzare la guardia contro chi crede di essere padrone della vita delle donne», ha scritto su Facebook Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale.

E sulla legge relativa ai matrimonio forzati interverrà domati il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese durante il question time. «Da notizie a mezzo stampa sembrerebbe che la giovane pachistana Saman Abbas, di appena 18 anni, scomparsa da più di un mese nelle campagne reggiane, dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio forzato un connazionale in patria, sarebbe stata drammaticamente uccisa dallo zio e da due cugini con la complicità dei genitori. Domani durante il question time chiederemo alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese quali provvedimenti urgenti intenda adottare per contrastare il fenomeno dei matrimoni forzati e i tragici avvenimenti che spesso ne conseguono a fronte del rifiuto di molte giovani donne di accettare tale pratica», si legge in una nota del Pd.

Sullo sfondo si agita un altro pesante interrogativo: se la morte di Saman poteva essere evitata, se si sarebbe potuto fare di più per questa ragazza di 18 anni che voleva affrancarsi da un destino già segnato e non condiviso. Il deputato di LeU Erasmo Palazzotto fa una profonda riflessione su Facebook ravvisando pesanti responsabilità nella sorte toccata alla 18enne:«La storia di Saman è così terribile che fa male anche solo doverla commentare, accettare che sia accaduto e che sia accaduto qui. Saman aveva denunciato i genitori nell’ottobre del 2020 rifiutando il matrimonio combinato fissato per il 22 dicembre. Minorenne all’epoca dei fatti, la sua denuncia fa scattare il provvedimento di allontanamento da casa con affidamento ad una struttura protetta nel bolognese. Lo scorso aprile Saman torna a casa per recuperare i documenti e qualche giorno dopo denuncia i genitori ai carabinieri per il sequestro degli stessi. A fine aprile accade ciò che quelle immagini mostruosamente eloquenti raccontano. Saman andava protetta, dai suoi genitori che erano chiaramente un pericolo per la sua incolumita’ e da una pratica, quella dei matrimoni forzati, che in Italia e’ un reato punito con la reclusione da uno a cinque anni (la pena viene aumentata se i fatti sono commessi ai danni di un minore). Perché si è nterrotto l’affidamento ai servizi sociali senza alcuna tutela alternativa? E’ di questo che siamo responsabili, del non garantire tutela a chi vive condizioni di pericolo e della timidezza con cui evitiamo di combattere barbare pratiche patriarcali ovunque e da chiunque siano perpetrate».

Sulla stessa scia Silvia Vono, senatrice di Italia Viva e componente della Commissione parlamentare contro il femminicidio e la violenza di genere: «Sulla terribile vicenda di Saman Abbas bisogna avere il coraggio di affermare che non siamo di fronte solo ad un efferatissimo caso di presunto omicidio ma soprattutto di un chiarissimo caso di violenza di genere. Come Commissione sul femminicidio stiamo lavorando per affrontare le varie sfaccettature dei casi della violenza sulle donne che coinvolgono aspetti diversi. Abbiamo fatto molti passi in avanti ma la vera tutela è stata possibile solo da qualche anno e col codice rosso si è sbloccato qualcosa. Bisogna lavorare sulla protezione fin dalla prima denuncia perché Saman è rimasta sola malgrado fosse stata accolta in un centro ma poi non ha avuto la necessaria tutela. Ora occorre uno sforzo in più per investire maggiori risorse per assicurare strumenti adeguati per garantire una a protezione effettiva alle vittime».

martedì, 8 Giugno 2021 - 19:32
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