Bruxelles promuove il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che porterà nelle casse del Paese in tutto 191,5 miliardi di euro destinati a riforme e investimenti a lungo termine. I primi 25 miliardi del ‘tesoretto’ Ue arriveranno entro luglio e saranno impiegati per progetti ovviamente già prefissati dal Governo. La pagella dell’Europa al Recovery Plan italiano, caratterizzato in questi mesi da ritardi e polemiche politiche, è positiva: tutte A e solo una B. Questi risultati saranno illustrati dalla stessa presidente Ue Ursula von der Leyen attesa oggi a Roma per l’incontro con il premier Mario Draghi a Cinecittà. Con Draghi ci sarà l’amministratore delegato della cittadella della cinematografia italiana Nicola Maccanico.
Su undici capitoli esaminati, la valutazione del Pnrr italiano contiene dieci A. Per la Commissione «rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale», e «contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni» specifiche della Ue. Inoltre «rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale». Le misure poi «non arrecano danni» agli obiettivi ambientali della Ue, cioè non si contraddicono, e contribuiscono in modo efficace sia alla transizione energetica che a quella digitale. Avranno inoltre un «impatto duraturo» sull’Italia che è anche riuscita ad assicurare un «efficace monitoraggio» dell’attuazione del piano. Anche il meccanismo di controllo anti-frodi è giudicato efficace. Infine, tutte le misure del Pnrr sono «coerenti».
Nessuno è riuscito infatti a rispettare le rigide indicazioni sulla definizione del ‘Costing’ delle misure, e quindi le stime si sono perlopiù basate su costi di misure simili, come nel caso del Pnrr italiano. Bruxelles rileva poi che il piano è «ben allineato» al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica, tra cui progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità. Al digitale è dedicato invece il 25% del piano, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.
I primi 25 miliardi saranno impiegati, come detto, in investimenti già fissati: sono 123 in tutto, considerati quelli già attivi dalla fine del 2020. Tra questi, come illustra l’agenzia Ansa, il piano Italia 5G o 1 Gbps, il reclutamento di 10 mila giovani entro il 2025 – il bando per assumere i prime mille è partito a metà maggio – per insegnare l’uso di web, app e dei servizi più moderni della pubblica amministrazione in particolare ai più anziani, il completamento dell’Alta velocità, in particolare al Sud, la creazione di quasi 2mila chilometri di piste ciclabili (urbane e turistiche).
martedì, 22 Giugno 2021 - 10:43
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