Rifiuti, cade l’accusa di peculato: 33 prescrizioni nel processo sulla mala gestio del Cub. Prosciolti politici ed ex sindaci

Tribunale Santa Maria Capua Vetere
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha dichiarato la prescrizione per trentatré persone, tra ex sindaci, professionisti e imprenditori, imputati nel processo sul Consorzio Unico di Bacino (Cub), il mega-ente dei rifiuti in cui confluirono nel 2008 i sette consorzi di bacino intercomunali delle province di Napoli e Caserta. Una struttura che, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, in pochi anni, grazie a promozioni facili, assunzioni politico-clientelari e sprechi di denaro pubblico, ha accumulato debiti su debiti finendo in liquidazione appena nel 2010; da allora sono rimasti in carico al Cub, tuttora attivo, circa 1000 lavoratori tra Napoli e Caserta, senza stipendio e mai ricollocati.

Dal processo erano già “usciti” sempre per prescrizione, nel dicembre 2018 al termine dell’udienza preliminare, una ventina di imputati, tra cui l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e l’ex consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro. Nel corso del dibattimento, il giudice del tribunale Giovanna Caparco ha accolto l’istanza dei difensori degli imputati, derubricando il reato da peculato ad abuso d’ufficio, e dichiarando la prescrizione per trentatré posizioni. Tra i prosciolti gli ex sindaci Francesco Goglia (Casal di Principe) ed Enrico Fabozzi (Villa Literno), quest’ultimo condannato in passato per reati di camorra; entrambi ricoprirono ruoli di vertice nel Cub subito dopo la sua istituzione; proscioglimento anche per Giuseppe Venditto, storico esponente del Pd casertano, e per funzionari e dipendenti del Cub, come Angelina Zeoli e Antonio Limatola.

Il processo sulla mala gestione del Cub, ormai svuotato, è partito da una grande e complessa inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere datata 2010 con oltre cento indagati tra politici, amministratori pubblici e colletti bianchi, che è andata avanti troppo lentamente per l’avvicendamento di vari pm e per uno sfortunato evento, come la morte nel maggio 2018 del sostituto che aveva condotto alla chiusura dell’indagine, Antonella Cantiello. Solo pochi mesi dopo la morte della Cantiello, partì l’udienza preliminare, e scattarono le prime prescrizioni, cui si sono aggiunte le 33 odierne. Restano invece sotto processo altri cinque imputati, tra cui l’ex commissario liquidatore del Cub Gaetano Farina Briamonte e l’ex direttore generale del Cub Antonio Scialdone, ritenuto dalla Procura uno dei funzionari che si spese per le promozioni a pioggia di decine di dipendenti che non avevano requisiti ne’ titoli per occupare mansioni di livello superiore, con un forte aggravio per la casse dell’ente, finanziato dai canoni pagati dai Comuni. Nello staff di difensori vi sono Giuseppe Stellato, Gennaro Ciero, Raffaele Mascia, Alessandro Diana e Ida Sagnelli.

giovedì, 24 Giugno 2021 - 08:41
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