«Sento il dovere di fare una premessa scontata ma necessaria: mai abbiamo pubblicato notizie e trasmesso immagini senza prima una ampia riflessione. A maggior ragione lo abbiamo fatto nella mattinata del 16 giugno scorso, quando siamo entrati in possesso delle riprese della funivia del Mottarone prima del tragico schianto della cabina che ha causato la morte di 14 persone. Si è trattato dunque di una scelta giornalistica consapevole e ponderata. Indipendente dalla valutazione che pure avremmo potuto fare dei numerosi precedenti (dal crollo del ponte di Genova – esclusiva del Tg1 del luglio 2019 – alla strage ferroviaria di Viareggio, solo per citare alcuni tra gli episodi in cui immagini altrettanto dure non avevano provocato una simile contestazione). Così come resta oggi per noi ininfluente il fatto che il video sia stato poi ripreso, perché riconosciuto come notizia utile alla conoscenza e all’accertamento della verità, da tutte le testate giornalistiche della Rai e da quelle delle altre emittenti, oltre che dai siti di alcuni tra i principali quotidiani e settimanali italiani».
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Sono le parole del direttore del Tg3 Mario Orfeo, che risponde così ad alcune interrogazioni parlamentari presentate da diversi senatori in merito alla trasmissione del video «degli ultimi istanti di vita delle vittime dello schianto della funivia del Mottarone», giudicata «molto grave». Come è noto è stato il Tg3 a trasmettere per primo il video della tragedia dello scorso 23 maggio costata la vita a 14 persone; poi quel filmato è stato rilanciato dai siti di importanti quotidiani (con qualche eccezione, come il Corriere della Sera, il nostro sito e pochi altri) ed infine è rimbalzato tra web e social.
«Mi preme dunque sottolineare in conclusione – scrive ancora Orfeo – che la trasmissione di quelle immagini è stata deontologicamente corretta e ispirata ai valori fondanti del servizio pubblico di cui la redazione si onora di far parte da molti anni con responsabilità e passione. Mentre ora confidiamo dopo la legittima discussione aperta sull’opportunità o meno di questa pubblicazione che se ne apra una più grande e duratura sulla ricerca delle cause, sulla voglia di verità e di giustizia per rispettare davvero le vittime di questa sciagura e il dolore del piccolo Eitan sopravvissuto all’incidente e dei familiari tutti. Gianluca Nicoletti ha usato le parole migliori: “Fornire ai propri lettori o telespettatori elementi che aiutino a misurare una sciagura sicuramente causata da negligenza umana è un atto che ribadisce, per le stesse vittime, il diritto ad avere giustizia”».
sabato, 26 Giugno 2021 - 11:41
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