Il “Vaffa” a Giuseppe Conte è arrivato con un post sul suo Blog delle Stelle: 3500 parole per chiudere una storia d’amore naufragata per volere del fondatore e garante del Movimento Cinque Stelle che, con un tratto di penna, cancella di fatto Giuseppe Conte – che nella sua ultima apparizione in conferenza stampa aveva lasciato margini per sanare la rottura – dalla leadership dei pentastellati. Perché? Perché l’ex premier«non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione» scrive con il pennino intinto nel veleno il comico genovese; perché i problemi dei Cinque Stelle non possono essere trasformati «in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco».
Grillo ribadisce dunque quanto sinora sostenuto durante gli incontri, alcuni agitatissimi, con i portavoce a Roma del M5s: lo statuto elaborato da Conte, che avrebbe trasformato il Movimento in un partito, non va. Ed è logico che chi ha creato una potentissima macchina di democrazia diretta, oggi molto ammaccata, rifiuti a nome suo e di parte della base che il Movimento perda le proprie radici e dimentichi la propria storia per trasformarsi in partito. Un po’ meno logico il de profundis recitato per chi è stato scelto proprio dai pentastellati non come leader del Movimento ma direttamente come premier, difeso a spada tratta ed esaltato come comandante in capo durante la pandemia.
E invece no. Se Conte aveva tutte le doti giuste per guidare un Paese atterrito, non li ha per risolvere il problemi in casa dei Cinque Stelle. Perché, spiega, «Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente)».
Grillo, dunque, ha capito prima degli altri qual è il proble,a del M5s e come non si deve risolvere, lo scrive lui stesso per poi ritornare allo strumento classico: la consultazione popolare via web per decidere il nuovo Comitato direttivo, sulla piattaforma Rousseau. La stessa piattaforma, di proprietà di Davide Casaleggio, con cui di recente è stato siglato un doloroso divorzio ma che, alla luce dello statuto ancora vigente, è l’unico mezzo utilizzabile al fine di non esporre le votazioni e il suo esito a ricorsi in Tribunale.
«Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023 – conclude Grillo – Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050».
La risposta ufficiale di Conte non è ancora arrivata. Sono i giornali, in particolare il sito online de Il Foglio a riportarne le parole dette ai suoi più vicini nel Movimento: «Prendo atto» con l’aggiunta sul fondatore Grillo: «Ha scelto di fare il padre-padrone»
mercoledì, 30 Giugno 2021 - 07:04
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