Il capo di imputazione per corruzione che si attenua a udienza preliminare in corso e apre il passo a una nuova strategia difensiva. E poi la battaglia sull’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. Quella appena trascorsa è stata per l’ormai ex pm di Roma Luca Palamara un’intesa settimana processuale.
Palamara, come noto, è fuori dalla magistratura a seguito dell’inchiesta di Perugia che ha messo a nudo anche un tentativo di ingerenze nelle nomine dei capi di alcuni uffici di procura terremotando il mondo della magistratura. Proprio l’inchiesta di Perugia, per effetto della quale Palamara da pm si è ritrovato spiato a mezzo trojan inoculato nel telefonino, è sfociata in due diversi procedimenti penali a carico dell’ex magistrato. Procedimenti che nella fase iniziale stanno per volgere al termine e che la scorsa settimane hanno segnato degli step importanti.
Lo scorso 7 luglio il procuratore Raffaele Cantone e i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano hanno comunicato in udienza preliminare la nuova modifica del capo d’imputazione contestato dalla procura di Perugia a Luca Palamara imputato per corruzione con l’imprenditore Fabrizio Centofanti e Adele Attisani. Per l’ex consigliere del Csm viene ipotizzata adesso la corruzione per l’esercizio delle funzioni e non quella (più grave) in atti giudiziari che era stata formulata. La decisione è stata presa alla luce delle dichiarazioni spontanee di Centofanti. L’imprenditore ha riferito ai pubblici ministeri che Palamara aveva manifestato la sua generica disponibilità a farlo partecipare a cene ed eventi utili per la sua attività di lobbista, ma anche a fornirgli informazioni relative a vicende processuali. Dall’indagine sono quindi emersi cene, pagamento di viaggi e soggiorni e altre utilità forniti da Centofanti all’ex magistrato. Non sono invece emersi con certezza atti specifici compiuti da Palamara nell’interesse dell’imprenditore.
A seguito della modifica del capo di imputazione Palamara valuterà adesso la possibilità di ricorrere al rito abbreviato condizionato a che vengano sentiti alcuni testimoni. La riserva sarà sciolta venerdì 16 luglio quando è previsto l’inizio della discussione dei pubblici ministeri Raffaele Cantone, Gemma Miliani e Mario Formisano. La Procura ha intanto dato parere favorevole anche alla richiesta di Centofanti di patteggiare un anno e sei mesi. Istanza sulla quale ancora non si è però ancora espresso il giudice.
L’imprenditore ha anche annunciato il versamento di altri 30mila euro, in aggiunta ai 25mila già pagati, quali risarcimento nei confronti dello Stato.
Sta volgendo al termine anche l’udienza preliminare che vede Palamara imputato con Stefano Rocco Fava, all’epoca dei fatti pubblico ministero in servizio a Roma e attualmente giudice civile a Latina, per i reati – contestati a vario titolo – di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico e abuso d’ufficio. La difesa di Palamara ha chiesto il non luogo a procedere. Per l’ex consigliere del Csm e per Fava la procura di Perugia ha invece chiesto il rinvio a giudizio. Il 21 luglio vi sarà la decisione del gup.
martedì, 13 Luglio 2021 - 13:06
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