Licenziati con un messaggio su Whatsapp: la vicenda dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) arriverà il 15 luglio al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico; il ministro Giancarlo Giorgetti, rappresentanti della multinazionale inglese e delle parti sociali affronteranno i nodi della crisi scoppiata in pieno luglio, a dieci giorni dallo sblocco dei licenziamenti e che rischia di gettare nella disperazione le famiglie dei dipendenti dello stabilimento specializzato in automotive. Lavoratori che sono stati avvisati dalla stessa loro azienda con un messaggino su Whatsapp della procedura di mobilità (i sindacati hanno invece ricevuto una mail). Ieri il ministro per lo sviluppo economico Giorgetti ha incontrato i lavoratori, poi la sottosegretaria Alessandra Todde, che presiederà il tavolo, ha annunciato la convocazione della riunione in videoconferenza per le 14 del 15 luglio, con la partecipazione del ministero del Lavoro, dei sindacati, dei rappresentanti di Gkn Firenze, Gkn Automotive e Melrose, oltre alla Regione Toscana e al sindaco di Firenze Nardella. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, dopo un colloquio telefonico con l’azienda, spiega di aver ricevuto garanzia da Gkn che «il confronto terrà conto dei contributi delle parti sociali».
Intanto un primo atto amministrativo contro la chiusura dello stabilimento è arrivato dal sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi: con un’ordinanza tenta di scongiurare l’ipotesi di smantellamento della fabbrica. L’atto, già entrato in vigore, vieta a camion e tir di avvicinarsi al perimetro aziendale: «Voglio dare un segnale amministrativo e politico chiaro» il suo commento. Una presa di posizione sostenuta sia dalla Toscana – per il presidente Eugenio Giani, sia dai lavoratori, che da venerdì sono in assemblea permanente dentro la fabbrica per presidiare il capannone e i macchinari.
La fabbrica ha anche messo in ferie i dipendenti ma i lavoratori oggi sono entrati passando il badge e anche nei prossimi giorni si procederà secondo i normali turni di lavoro, notti comprese. «Abbiamo mandato una Pec all’azienda per dire che non accettiamo che i lavoratori siano messi in ferie – spiega Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil Firenze. Riguardo al tavolo al Mise, la convocazione non convince fino in fondo la Fiom che chiede che l’incontro sia in presenza, se possibile in prefettura a Firenze, e con i due ministri, quello dello Sviluppo economico e del lavoro, in persona. Proprio per il 15 luglio, o al massimo per il 16, i sindacati indiranno anche lo sciopero generale nell’area fiorentina. Dal Mise è arrivata anche la voce del ministro Giancarlo Giorgetti per il quale «purtroppo è inevitabile che queste cose accadano, però non possono succedere in questo modo perché noi abbiamo in mente di ‘fare il west’ non il ‘far west’». Parole che non sono piaciute alla Regione Toscana. L’assessore toscana Monia Monni ha detto che Giorgetti ha «minimizzato dichiarando fisiologica una situazione che invece non può essere considerata accettabile».
martedì, 13 Luglio 2021 - 09:17
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