Voleva entrare in Polizia penitenziaria ad ogni costo, pur sapendo che il difetto alla vista di cui soffriva era causa di esclusione. Così, per superare ogni ostacolo, ha messo mano al conto corrente e ha oleato i meccanismi.
Gerardo Barbato, 21 anni, è finito agli arresti domiciliari nella giornata di ieri nell’ambito di un’inchiesta sui concorsi truccati nel mondo delle forze dell’ordine.
Lui era il candidato che non intendeva rinunciare allo stipendio fisso e alla divisa, e adesso dovrà rispondere di corruzione in concorso. In concorso con chi ha incassato il denaro necessario a truccare la sua ‘prova’ e a chi ha fatto da tramite. Accogliendo la richiesta della procura (pm Mariella Di Mauro), il giudice per le indagini preliminari Federica Colucci del Tribunale di Napoli ha infatti spiccato cinque misure cautelari, di cui due in carcere e tre ai domiciliari.
Il carcere è stato disposto per Errico Spena e Maurizio Russo, che sono rispettivamente sovrintendente/capo coordinatore e assistente in servizio presso il provveditorato della Penitenziaria: secondo l’accusa hanno ricevuto 8mila euro da Barbato per garantirgli il superamento delle prove attitudinali. E Barbato quelle prove le ha superate pur essendo affetto da daltonismo, difetto che in altri caso ha portato all’esclusione del candidato. La somma di denaro è stata rinvenuta e sequestrata lo scorso maggio nelle sede di un sindacato di categoria di Monteforte Irpino.
Ai domiciliari, oltre a Barbato, sono finiti Nunzio Bianco (suocero di Barbato), accusato di avere svolto funzioni di mediazione nella vicenda corruttiva (pure lui è agente della Penitenziaria), nonché Marco Pelosi, commissario in servizio presso la direzione generale del personale della polizia penitenziaria. Indagato a piede libero anche il padre di Barbato, che materialmente ha finanziato la corruzione. Nei suoi confronti il gip non ha emesso misura.
Agli atti dell’inchiesta vi sono anche delle intercettazioni che hanno consentito alla procura di raccogliere elementi utili all’impostazione accusatoria. Di assoluta rilevanza un’intercettazione tra Spena e il canidato, nella quale Spena avanzava pretese economiche: «Veniamo subito al dunque, senza giri di parole. Per questo servizio vogliono qualcosa, 8mila euro, quattro di loro fanno 2mila euro ciascuno. Questo è un treno che non si può perdere». (Seguono aggiornamenti)
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giovedì, 22 Luglio 2021 - 13:11
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