L’incidente probatorio è fissato per la giornata di oggi, 22 luglio. A due mesi esatti dall’incidente del Mottarone in cui sono morte quattordici persone, l’inchiesta che punta ad accertare le responsabilità della tragedia compie un altro step: i periti lavoreranno per far luce sulle cause dell’incidente, sia analizzando l’impianto di risalita, sia la scatola nera e le altre apparecchiature informatiche che potrebbero dare risposte sulle diverse responsabilità.
In campo ci saranno sia gli esperti nominati dalla procura e dal giudice per le indagini preliminari, che i consulenti nominati dai 14 indagati e dalle parti offese. Sarà un momento importante, per non dire decisivo: il lavoro svolto in sede di incidente probatorio entrerà a processo con il valore della prova, ossia non dovrà essere sottoposto alla verifica dibattimentale. «Finalmente cominciamo a fare accertamenti sulla fune. E’ una questione che non mi fa dormire», ha detto Gabriele Tadini, il capo servizio della funivia, al suo legale, Marcello Perillo, che ha chiesto e ottenuto l’incidente probatorio.
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Arrestato dai carabinieri nella notte tra il 25 e il 26 maggio su disposizione del procuratore Olimpia Bossi e del pm Laura Carrera, è finito ai domiciliari. Fermati anche Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, ed Enrico Perocchio, dipendente Leitner e direttore di esercizio, Tadini è l’unico ad essere ai domiciliari dopo la decisione del gip Donatella Banci Buonamici, di scarcerare gli altri due. Nel corso degli interrogatori, Tadini ha ammesso di aver inserito il ceppo blocca freno, per ovviare ad alcuni problemi tecnici al freno d’emergenza che rischiava di fermare la funivia.
«Ma quel cavo non si doveva spezzare, è inconcepibile. Non riesco a darmi pace», ha detto al suo difensore parlando del cavo trainante che si è spezzato quando la cabina stava arrivando in stazione, facendola precipitare all’indietro a folle velocità, fino a schiantarsi contro un pilone e a precipitare. Un incidente che non verrà ripetuto, come chiedeva l’avvocato Perocchio: il gip di Verbania, Elena Ceriotti, ha detto di no alla simulazione. Anche perché per poterla fare si dovrebbe essere a conoscenza di tutti i dettagli, quelli che l’incidente probatorio cercherà di chiarire da domani.
L’incidente del Mottarone si è verificato lo scorso 23 maggio, la prima domenica ‘libera’ dopo le restrizioni per la pandemia. Mezzogiorno era passato da pochi minuti quando è precipitata una delle quattro cabine dell’impianto che dal lago Maggiore sale ai 1.500 metri della vetta della montagna, la N.3. A bordo quindici persone: per tredici di loro non ci fu nulla da fare, mentre due dei tre bambini furono trasportati con l’elisoccorso all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Solo Eitan, che su quella montagna ha perso il fratellino, i genitori e i bisnonni, ce l’ha fatta, ed ora si sta riprendendo grazie alle attenzioni e all’amore di zii e cugini.
giovedì, 22 Luglio 2021 - 10:59
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