Il caso Storari agita il Consiglio superiore della magistratura. Venerdì prossimo vi sarà sarà l’udienza, dinanzi al ‘tribunale delle toghe’, nella quale si dovrà decidere se accogliere o respingere la richiesta del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi di trasferire d’urgenza in via cautelare, nonché il cambio di funzioni, il pm di Milano Paolo Storari per la vicenda dei verbali dell’avvocato Piero Amara consegnati all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo.
Diversi componenti della sezione disciplinare, che dovranno presiedere l’udienza, si sono astenuti: a fare il passo indietro sono i consiglieri a cui Davigo (indagato per rivelazione di segreto d’ufficio per questi fatti) avrebbe parlato di quei verbali. Così a presiedere il collegio non ci sarà né il vicepresidente David Ermini, né il laico di area 5S Fulvio Gigliotti che solitamente lo sostituisce, ma il laico della Lega Emanuele Basile, mentre l’altro giudice di nomina parlamentare sarà Filippo Donati (5Stelle). Altri giudici “supplenti” sostituiranno i “titolari” Giuseppe Cascini (Area) e Giuseppe Marra (Autonomia e Indipendenza): si tratta di Giuseppe D’Amato (Magistratura Indipendente) e Giovanni Zaccaro (Area). Del collegio originario ci saranno solo i togati Carmelo Celentano (indipendente) e Paola Braggion (Magistratura Indipendente).
Nella sua richiesta di ‘cacciare’ il pm, il pg Salvi ha fatto riferimento alla necessità di “garantire” la «serenità di tutti i magistrati del distretto». Nella missiva di sostegno le toghe mettono in luce, invece, che «la loro serenità non è turbata dalla permanenza del collega». E qualcuno nei corridoi ha fatto notare che il caso dei verbali di Amara è esploso ad aprile e che solo ora, dopo più di tre mesi, si chiede una misura “d’urgenza” per avere un ‘capro espiatorio’ del ‘caso Milano’.
Una storia non semplice, quella del pm Storari. Una storia che – come sottolineato anche dall’Anm di Milano – crea «disagio tra le toghe». Disagio ma anche una profonda spaccatura. L’iniziativa disciplinare del pg Salvi nei confronti di Storari non è stata ben accetta da una fetta della magistratura, tanto è vero che – a seguito della notizia dell’apertura della procedura – vi è stata una raccolta firme in favore del pm di Milano. Circa 150 magistrati di Milano hanno espresso la solidarietà al collega e al loro appello si sono uniti anche diversi colleghi di Roma, Napoli, Bologna, Salerno, Verona, Taranto, Udine e Latina.
In difesa di Storari si è schierata anche la giovanissima corrente ‘Articolo 101’ che vanta eletti nell’Associazione nazionale magistrati: l’iniziativa del pg viene definita «intempestiva, spropositata, ingiusta e, in definitiva, incredibile» e rischia di «apparire un modo per colpire l’anello debole di una catena molto più lunga» e per «punire la non accondiscendenza ai desiderata del ‘capo’ dell’ufficio». Articolo 101 ha chiesto quindi al pg Salvi di «fare un passo indietro, a tutela dell’Istituzione che rappresenta e della credibilità della Magistratura tutta»: «Possibile che nella gestione dell’articolatissima ‘vicenda Amara’ da parte della Procura di Milano l’unico chiamato a risponderne sul piano disciplinare sia il sostituto procuratore Paolo Storari? E possibile che, pur nella complessità della situazione, sia chiamato a risponderne cosi’ pesantemente in via cautelare?» si chiedono Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale, secondo i quali in vicenda «s’impone all’attenzione di tutti la questione della credibilità del promotore dell’iniziativa cautelare», che tra l’altro «appartiene alla corrente, politicamente assai connotata, a cui per tradizione è affidata la guida della Procura della Repubblica di Milano».
«Stando alle affermazioni non smentite dell’ex componente del Csm Piercamillo Davigo, il Procuratore Generale Salvi era a conoscenza di almeno una parte della condotta oggi addebitata a Storari già da molto tempo prima che la notizia della consegna dei verbali a Davigo divenisse di dominio pubblico, senza che, tuttavia, in tutto questo tempo, forse anche più di un anno, avesse ritenuto di assumere, sotto il profilo disciplinare, alcuna iniziativa. Tutto questo, inevitabilmente, incrina l’apparenza di terzietà e imparzialità necessarie per la trattazione della pratica riguardante il dr. Storari», sostengono ancora i 101.
giovedì, 29 Luglio 2021 - 09:58
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