Il Dap ha avviato il procedimento per la revoca dall’incarico per la direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere Elisabetta Palmieri, che è stata sostituita da una reggente nella guida dell’istituto finito nella bufera per la vicenda delle violenze sui detenuti di un anno fa.
A Palmieri viene contestata un’anomala condotta per avere consentito, venerdì 23 luglio, al suo compagno, estraneo all’amministrazione, di presenziare alla visita della senatrice Cinzia Leone e di accompagnarla negli incontri con i detenuti. Qualche giorno fa è stata proprio la parlamentare del M5s, dopo una visita al carcere, a chiedere la sostituzione alla ministra della Giustizia Cartabia. La Leone ha spiegato che al termine della visita era stato riportato che l’accompagnatore ignoto era il suo autista, cosa che lei ha subito smentito.
Il racconto trova conferma anche nella relazione che la garante dei detenuti della provincia di Caserta Emanuela Belcuore, testimone dell’episodio, ha inviato al Dap. «All’uscita dal carcere – spiega la Belcuore – abbiamo comunicato i nostri dati e sul foglio in possesso dell’agente preposto, la senatrice, oltre al suo nominativo, il mio e delle rispettive collaboratrici, legge ‘Armando Schiavo-Autista’. La stessa dice di non avere un’autista con lei e ne approfitta per chiedere chi fosse la figura che ci aveva accompagnato per metà percorso. Cala un silenzio imbarazzante ma la senatrice insistentemente riformula la domanda chiedendo spiegazioni in merito. Dopo un po’ una commissaria risponde che l’accompagnatore è il compagno della direttrice, ex rappresentante della polizia penitenziaria in pensione da qualche anno. Mentre siamo nel parcheggio per accingerci all’auto, la dottoressa Palmieri mi telefona volendo giustificare la presenza del compagno all’interno della struttura, dice che lo stesso è inquadrato in qualità di articolo 17, al ché io rispondo che avevano trascritto che era l’autista della senatrice, sbagliandosi».
A quanto si è appreso, l’uomo risulta autorizzato per finalità rieducative a frequentare esclusivamente il laboratorio di pasticceria all’interno del carcere, che opera nella sola giornata di martedì. Intanto, sul fronte dell’inchiesta sui pestaggi, il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato gli arresti domiciliari per gli ufficiali Gaetano Manganelli, 45 anni, e Pasquale Colucci, 53 anni, accusati di essere tra gli organizzatori dell’ormai tristemente nota perquisizione straordinaria. All’epoca dei fatti Manganelli era comandante degli agenti dell’istituto mentre Colucci era a capo della penitenziaria a Secondigliano e comandante del “Gruppo di Supporto agli Interventi”.
giovedì, 29 Luglio 2021 - 08:29
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