Settimana rovente, sul fronte delle manovre elettorali, quella che si è appena conclusa a Napoli. Nelle mani di Catello Maresca, il candidato civico appoggiato dal centrodestra, è esploso il caso ‘Annigliato’ e adesso nella coalizione del magistrato (in aspettativa) l’aria si fa pesante.
L’imprenditore Giuliano Annigliano, ispiratore della lista ‘Essere Napoli’ tra le prime a sostenere Maresca, si è ritrovato a colloquio con il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca per testare la possibilità di un trasloco di ‘Essere Napoli’ da Maresca a Gaetano Manfredi. Il colloquio, sempre indiscrezioni stampa, non è andato a buon fine perché le condizioni messe sul tavolo da Annigliato sarebbero state troppo pretenziose: Repubblica parla di un assessorato e di un paio di presidenze di municipalità. Tant’è: quando la notizia è apparsa sui giornali, in casa Maresca è scoppiato il putiferio.
E, alla fine, il pm in aspettativa ha dovuto commentare con una nota che pare blindare Annigliato e che prova a gettare sul centrosinistra le colpe di presunte manovra per screditare la compagine del magistrato: «Essere Napoli è stato uno dei primi gruppi civici a credere nel nostro progetto. Insieme a Giuliano e ai suoi abbiamo elaborato un percorso che parte dalla consapevolezza del fallimento di 30 anni di politica di sinistra. Ognuno con le proprie idee e con i propri principi. Per noi il confronto e la sintesi sono sempre stati un valore aggiunto. È normale, come accade in tutte le famiglie sane, che ci possano essere momenti di discussione. La nostra naturale dialettica interna è sempre stata rispettosa dei valori e dei principi condivisi».
Quindi Maresca lancia una frecciata al centrosinistra: «Capiamo che a qualcuno piacerebbe dividerci. Purtroppo ci dispiace per loro, ma andremo avanti uniti come una vera squadra. Perché crediamo in un progetto, e lottare insieme per ciò in cui si crede è la cosa più bella che possiamo augurarci. Non ci interessano gli inciuci o i caminetti. Quelli li lasciamo agli altri. Grazie a Giuliano, alle donne e agli uomini di Essere Napoli per quello che sono e che dimostrano di essere ogni giorno». Nella nota Maresca evidenzia due dati importanti: l’esistenza di «momenti di discussione» e la necessità del centrosinistra di indebolire il nemico.
Partiamo dunque dalle tensioni in casa Maresca: Essere Napoli, così come altre civiche, hanno mostrato insofferenza per la presenza della Lega nella coalizione che sostiene Maresca. E il malcontento è esploso quando la Lega ha presentato il suo simbolo: ovviamente non ci sono riferimenti diretti al Carroccio, ma vi è la scritta ‘Maresca’ in bella mostra, che sovrasta finanche quel ‘Prima Napoli’ che è il nome della lista e che strizza l’occhio al claim ‘Prima gli italiani’ che tanto piace a Salvini. Ebbene, Essere Napoli ha da subito manifestato il suo disappunto che in questi giorni è cresciuto. Il punto è che la Lega pur presentandosi con una lista civica partecipa alle riunioni con Maresca solo da partito, mentre le civiche pure vi partecipano quando vi è l’incontro fissato con le civiche: Essere Napoli, riporta oggi Il Mattino, chiede a questo punto pari dignità e in maniera provocatoria chiede di sedere al tavolo interpartitico essendo una civica come ‘Prima Napoli’. Non solo: è pronta correre da sola in tutte le Municipalità pur confermando il sostegno a Maresca.
Il Carroccio, dal canto suo, non ha intenzione di rinunciare all’abito del ‘civico’, nel tentativo di mascherare risultati eventualmente deludenti: la Lega a Napoli non ha mai sfondato e manco attecchito. Il timore è di racimolare percentuali da prefisso telefonico e la scelta di una ‘civica’ servirebbe come giustificazione a un possibile pessimo risultato. Tuttavia la Lega, in maniera furbesca, non si fa trascinare su questo terreno di polemica, e invece passa all’attacco del ‘nemico in casa’. Dalle colonne di Repubblica Napoli, Severino Nappi punta l’indice contro Annigliato e gli da anche lezioni di moralità. «E’ sbagliato e ingenuo» andare a trattare con De Luca, ha detto Nappi a Repubblica. «I giochetti di certa politica non sono il modello che la Lega vuole realizzare», ha sottolineato.
C’è poi il caso di Hugo Maradona, che come abbiamo scritto in altro articolo, rischia di trasformarsi in una figuraccia: Enzo Rivellini, presidente di ‘Napoli Capitale’, pensava di fare il colpaccio mediatico infilando nella sua lista il fratello di Diego Armando Maradona. Ma non ha fatto i conti con la verità che prima o poi viene a galla: così nel giorno della presentazione della candidatura, organizzata peraltro dinanzi alla Curva B del San Paolo proprio a volere fare leva sui nostalgici del Pibe de Oro, è venuto fuori che Hugo non ha ancora la cittadinanza e che Rivellini ne è anche consapevole. Detto in altro termini: Hugo non si può candidare e Rivellini lo ha taciuto annunciandone la discesa in campo. A questo show era presente pure Catello Maresca. Adesso sia Maresca che Rivellini dicono che ci si attiverà con la prefettura. Come se non bastasse Hugo Maradona, in occasione della sua presentazione, ha detto che «non parlo di politica» ma vuole solo dare ai bambini di Napoli occasioni per aggregarsi con il calcio. Altro scivolone per Maresca: il magistrato che da mesi parla di una Napoli che va rifondata grazie alle competenze si è ritrovato a sponsorizzare una persona, come Hugo, che si impegna – con la sua candidatura impossibile – in politica ma non vuole parlare di politica. Un ossimoro.
Sul fronte del centrosinistra, invece, la manovra di arruolamento (poi fallita) di Annigliato, fa capire come gli uomini che lavorano alla campagna elettorale di Manfredi stiano cercando di costruire la vittoria dell’ex rettore della Federico II già al primo turno. Di qui il tentativo di ‘scippare’ voti e candidati a Maresca. Nell’ottica di cercare di fare numero, Manfredi ha allargato al massimo le maglie della coalizione: dopo avere imbarcato Sergio D’Angelo (che ha ritirato la sua candidatura) e con lui i centri sociali che tanto contestato Vincenzo De Luca (che ora tace sul punto), l’ex rettore ha aperto pure agli uomini di Luigi de Magistris ormai in fuga. Pochi giorni fa si è dimesso da assessore al Comune di Napoli Raffaele Del Giudice, che ora starebbe passando proprio con Manfredi finendo con l’indebolire la candidatura di Alessandra Clemente. E proprio il caso dei centri sociali e degli ex demagistriani sta sollevando un dibattito all’interno del Movimento Cinque Stelle, che appoggia Manfredi.
In base a indiscrezioni stampa dei giorni scorsi, sembrerebbe che i grillini – in difficoltà sulla composizione delle liste – potrebbero ospitare fuoriusciti dalla giunta arancione ed esponenti dei centri sociali. Possibilità che hanno mandato su tutte le furie alcuni pentastellati che si sono affrettati a mettere paletti: «Mi sono già espresso sulla inopportunità di candidare nelle liste del Movimento 5 Stelle esponenti dei centri sociali, e troverei altresì inaccettabile la presenza, nelle nostre liste, di assessori ancora in carica con de Magistris. E mi riferisco in questo caso, tra gli altri, ai nomi di Ciro Borriello (assessore allo sport) e Francesca Menna (assessore alle pari opportunità, nonché ex esponente del M5S che si dimise da consigliera contestando in modo molto forte proprio il Movimento nel quale ora qualcuno vorrebbe candidarla), perché riciclare gli assessori dell’Amministrazione uscente, che tanti danni ha arrecato alla città, stonerebbe completamente con le linee guida che il Movimento 5 Stelle aveva indicato per la composizione delle liste elettorali», ha dichiarato il senatore Vincenzo Presutto. «In un momento – prosegue Presutto – in cui il Movimento sta portando avanti un processo di rinnovamento con Giuseppe Conte appena nominato Presidente, ispirato ai valori portanti che hanno in Beppe Grillo la figura di massima garanzia, trasformare Napoli nella lavatrice elettorale di Luigi de Magistris, è francamente incomprensibile e sarebbe un errore imperdonabile».
lunedì, 9 Agosto 2021 - 09:35
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